Bandiera ( quasi ) bianca

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Fine delle trasmissioni. Una squadra senza brillantezza, senza forza espone la bandiera bianca sul pennone del campionato. Addio, Champions. Addio, sogni che volavate alti proprio dopo la partita di andata con la Lazio. Eravate solo illusioni, purtroppo. Ma noi non lo sapevamo ed eravamo felici. La caduta rovinosa fa male. Molto male. Siamo scoppiati. Questa è l’amara verità. La condizione atletica è imbarazzante. Siamo sacchi vuoti. Non vinciamo un contrasto. Non arriviamo mai primi sulle seconde palle. I tiri sono passaggi al portiere. Fiacchi, molli come una Società che con il suo presidente, la minuscola è d’obbligo, vota perché il recupero tra Lazio e Torino si giochi il 18 Maggio. Il generale Stadion, ovviamente, si interessa solo dello stadio. A quel punto il Torino sarà sicuramente salvo grazie ai tre punti conquistati contro di noi. Entreremo nel libro dei primati. Mai nessuno è uscito dai quattro dopo essere stato campione d’inverno. Mai! Cappero, che record! Nessuno riuscirà a batterlo. Nessuno!

Sul ponte sventola bandiera bianca. E’ vero che il secondo gol doveva essere annullato. Incredibile che Orsato non l’abbia fatto, dopo essere andato a rivedere il fallo da giallo su Calha su segnalazione del Var. Stesso discorso del rigore non dato da Pasqua con il Napoli. Insomma, in due scontri diretti gli arbitri hanno bellamente ignorato i richiami del Var. D’altra parte, noi, al contrario degli altri, non ci lamentiamo mai. Si vede che ci va bene così. Ma sono contenta perché abbiamo stile. Lo stile degli imbecilli. Io mi sento un leone in gabbia. Mi hanno tolto anche la forza di ruggire. Vorrei stare dentro una gabbia di Faraday. Lì il campo elettrico è sempre nullo. Sarei al riparo da fulmini e saette. Precauzione inutile. Ci penserei io a produrre elettricità ad alta tensione. Avete presente il parafulmine? Esercita la sua funzione, perché le cariche elettriche si addensano sulle punte. Da noi, invece, le punte sono scariche. Come il resto della squadra. Ibra? Tornerà con il Benevento. Forse. O forse la prenderà con calma, per non compromettere gli Europei. Noi siamo distrutti e stiamo male. Come Calabria. Ti abbraccio, Davide. Donnarumma, invece, se la ride beatamente con Reina. Simpatico!

Sul ponte sventola bandiera bianca. Essere investita da un Tir mi avrebbe fatto meno male. E’ stupido farsi angustiare la vita dal calcio? Be’, bisogna capire l’importanza delle piccole cose, che poi…. non sono tanto piccole. E nemmeno cose. Emozioni, sentimenti, sogni, delusioni non si possono catalogare banalmente nella categoria delle cose. Nel mio pre non certo tranquillo so che con la Lazio sarà durissima. La tremenda sconfitta con il Sassuolo mi lascia lividi nerissimi e profonde ammaccature. Nel mio cuore c’è tanta paura. Non manca, però, una tenue speranza. Riprendiamoci, che ancora nulla è perduto. Dai, che ce la possiamo fare. Siamo in riserva, d’accordo. Magari riusciamo ad inserire nel serbatoio un po’ di benzina. Bene che i Gobbi non abbiano vinto. Atalanta e Napoli, onestamente, giocano benissimo e sembrano di un’altra categoria rispetto a noi. Mandzukic dall’inizio? Se si regge in piedi, ha un senso. Ci aiuta a riempire l’area. Non aveva logica, invece, il suo inserimento con il Sassuolo. Lì la partita la stavamo vincendo. Dovevamo cercare di difendere il risultato e ripartire in contropiede. Inutile piangere sul latte versato. Stasera bisogna vincere, per rimetterci in carreggiata. Ce la faremo? Ecco, questo è un altro paio di maniche.

La partita sta per iniziare e sul mio ponte non sventola la bandiera bianca. Ci sarà semmai tempo di issarla dopo, penso. Passano sì e no un paio di minuti scarsi e il tempo si è già compiuto. Rimango impietrita. L’avvio sprint e la bella occasione confezionata per Calha mi avevano tirato un po’ su. Come non detto. Correa sbuca con facilità irrisoria davanti a Donnarumma e lo trafigge. Cala il sipario. Segue un quarto d’ora da incubo in cui sbagliamo tutto lo sbagliabile e rischiamo di prendere altri gol. Poi ci riprendiamo. Abbiamo, però, i denti da latte. Cincischiamo ai limiti e dentro la loro area. Quando riusciamo a tirare da pochi passi, saltano fuori delle mozzarelle. Vero Calha? Vero Mandzukic? Loro sono decisi ed efficaci. Ripartono in contropiede e ci bucano una seconda volta. Il gol viene annullato, perché Lazzari ha un’unghia del piede troppo avanti. Ma non voglio certo fare la cronaca di questa disgraziata partita. Mi limito a dire che ho la netta sensazione che non la recupereremo. Cattiveria agonistica, determinazione sotto porta per noi sono diventati dei miraggi. Chiudiamo la prima frazione di gioco sotto di un gol. All’inizio della ripresa abbiamo l’occasione per pareggiare. Saele, credo, invece di tirare dal dischetto la vuole passare a Kessie, che viene anticipato da Reina. Subito dopo sale in cattedra Orsato. La nostra partita finisce qui.

Sul ponte sventola bandiera bianca. Quali le cause della nostra disfatta? Presunzione? Braccino corto? Per me niente di tutto questo. Siamo scoppiati dal punto di vista atletico. Poi è chiaro che, quando sei in difficoltà fisicamente, ti demoralizzi e ti abbatti a livello psicologico. Impalerei lo staff atletico e medico. Un numero abnorme di infortuni e, quando recuperiamo i titolari, questi sono in condizioni pietose. Quello che deve essere il nostro condottiero ha cominciato a pensare ai fatti suoi. Inutile fare tanti pensieri sul suo rinnovo. Il Decreto Crescita non incide tanto sul contratto dell’anno prossimo. Non l’avessimo fatto, avremmo dovuto restituire alla Stato un bel pacchettino di milioni. Le agevolazioni fiscali, infatti, valgono solo per rapporti di lavoro che durino almeno due anni. Degli altri rinnovi mi rifiuto di parlare. Il nostro dramma sta nel fatto che buttare alle ortiche questa stagione significa rovinare anche le prossime. Mi dite che Mercato faremo senza la Champions? Io Tomori lo voglio comunque, nonostante i suoi errori. Il ragazzo è forte. Dall’allenatore mai un guizzo, un’idea nuova. Mai.

E adesso? Pensiamo al Benevento, che, come noi, ha dilapidato un vantaggio enorme ed è stato raggiunto dal Cagliari, distante 8 punti 3 partite fa. Mica è detto che vinciamo, eh! Tutt’altro. Ma possiamo arrenderci così, senza colpo ferire? No! Certo, ci vorrebbe un miracolo. I miracoli possono accadere? Rarissimamente. Mai, se non ti aiuti un po’ da solo. Allora? Siamo nel … mango, ragazzi. La Matematica, però, ancora non ci condanna. Cerchiamo di reagire . Sul ponte sventola bandiera ( quasi) bianca. Forza Milan!

Chiara

 

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Se risalgo il lungo fiume della mia vita fino alle sorgenti, ci trovo sempre il Milan. Il primo? Quello di Rocco e del giovane Rivera. Molti sono meteoropatici. Io sono Milanpatica.Vivo le gioie e i dolori con la stessa dirompente intensità. Perdutamente innamorata di questi colori, non credo che l’amore sia quieta e serena accettazione. Se mi sento tradita, esplodo! E sono parole di fuoco! Ma poi, nonostante i miei fieri propositi, mi ritrovo sempre lì, immersa in un luogo dell’anima chiamato Milan.