Queste righe le leggerete mentre sono in ospedale. Niente di che, devo solo togliere i punti di una stupidissima quanto fastidiosa ernia inguinale. Nonostante sia stata una cosetta di routine il mio primario di fiducia (tale Gianclint, non so se lo avete mai sentito nominare) mi ha comunque imposto due settimane di riposo fisico e mentale assoluto esentandomi anche dagli impegni di redazione, inclusa la pubblicazione dei post. Non potendo usare l’auto, andare in ufficio o in trasferta e dovendo recuperare anche mentalmente, ho cercato di estraniarmi da tutto, di staccare, di ripulire mente e pensieri…
Ci eravamo lasciati giusto giusto con la defenestrazione di Maldini e Massara, arrivata all’improvviso (anche se i prodromi ci sarebbero stati e non avremmo dovuto essere sorpresi) e che faceva prevedere tempi foschi scatenando le ira ed i dubbi di una buona parte della tifoseria. Intendiamoci, non mi piace fare marcia indietro e negare quanto dissi/dicemmo… Maldini i suoi errori li ha fatti, parecchi pure e nonostante nel mondo del calcio sia una specie di totem per una carriera da calciatore come pochissime altre nella storia, non aveva l’esperienza da DS nè quella capacità di navigare in quel sottobosco infido di relazioni, contatti, amicizie, “do ut des”, accordi, accordini, strette di mano, interessi personali, favori da fare e ricambiare, sorrisi melliflui, spesso scambiati sottobanco, che caratterizza il mondo del calcio italiano (e non…). Inutile negare che in confronto ai vari Marotta, Giuntoli, Accardi e metteteci pure Voi chi altri volete, era “quasi” un dilettante. Non siamo stati teneri ma d’altra parte non lo siamo mai stati con nessuno altrimenti saremmo un convento di monaci di clausura e non Milannight…
Nonostante limiti e mancanze però non si può disconoscere che Paolo aveva chiaramente operato con la massima buona fede e che si era fatto garante di un progetto appena iniziato che avrebbe dovuto riportare il Milan, seppur passo dopo passo e senza fare pazzie, dove dovrebbe stare per blasone e tradizione pur in mezzo a tutte le difficoltà dovute al dictat di rimanere entro parametri di bilancio “accettabili” e ben delimitati. Bisogna dargli atto che si è caricato la responsabilità sulle spalle mettendoci la faccia davanti al popolo milanista prendendosi critiche e contumelie forse anche oltre i demeriti. Ma, ripeto, che avesse in testa il bene dei colori bisogna riconoscerglielo. Evidentemente, vivendo a contatto con la proprietà (o chi questa proprietà fantasma rappresenta) ha sentito l’odore di bruciato, ha capito dove volevano andare a parare, che non gli avrebbero dato una lira da spendere ed avrebbero imposto ulteriori sacrifici. Alla trasformazione di una squadra di calcio in una divisione della “Wagner” non c’è stato. Si è ribellato, anche esternando in pubblico, ed è stato giubilato nel tempo di un amen…
Ora, non voglio riaprire la diatriba su Maldini e la proprietà ed relativi torti e ragioni, ma sta di fatto che Paolino e il fido Massara sono stati messi alla porta senza troppi complimenti e senza di fatto essere sostituiti. Non so, non frequento i sottoboschi segreti di casa Milan, cosa faranno e come. Magari, paradossalmente, faranno un grande mercato, magari alla fine metteranno insieme una rosa forte, sapranno pescare i giocatori giusti in giro per il mondo e ci serviranno un 2023/24 spettacolare e saremo tutti felici e contenti. Magari… Intanto tra poco ci sarà un raduno e ci presenteremo con una squadra che doveva essere rinforzata in molto ruoli che non sono stati coperti, e con dei buchi importanti in più…
Sta di fatto però che ad oggi le uniche che mosse a cui abbiamo assistito sono state il non riscatto di Diaz (francamente per fortuna anche se credo non sia stata una mossa dettata da scelte tecniche ma solo per evitare esborsi), e la cessione di Tonali per i classici 30 denari. Senza dimenticare, come mi ricorda Gian sulla chat di redazione, che tutte le pippe che avevamo in rosa sono ancora lì, imperturbabili e che si millantano centinaia di trattative per giocatori che poi alla fine vanno da altre parti inanellando, come non bastasse il danno, figuracce di m—- in sequenza. D’altra parte non dovremmo stupirci visto che la società è adesso gestita, anche tecnicamente, da un bancarellaro del mercatino rionale ed un matematico. I conti pare li sappiano fare, che squadra riusciranno a mandare in campo lo vedremo.
A proposito di Sandrino mi è toccato leggere le cose più insulse… L’ho sentito paragonare ai vari Kessie, Donnarumma, Calhanoglu… peccato che… I tre furboni sono arrivati a scadenza e si sono presentati in sede con il bigliettino del prezzo attaccato. Avevano gli accordi in mano e.. “mi danno questo e Voi ? no ? OK, see you and by by…” Sandro no. Di andarsene non gli era neanche passato per la mente. Era arrivato nella squadra che aveva sognato da sempre, si era persino abbassato lo stipendio dopo un primo anno così così, per poter dimostrare che era un giocatore da Milan (riuscendoci peraltro), voleva legare la sua carriera ai nostri colori, diventarne in futuro il capitano, legare il suo nome alla rinascita del team. Invece lo hanno chiamato e detto chiaramente che l’avevano venduto, così, dall’oggi al domani, senza nemmeno indorargli la pillola e suggerendogli caldamente di accettare il trasferimento che di quei soldi c’era necessità, punto, prospettandogli, in caso di rifiuto, un futuro fosco e burrascoso in quel di Milanello. Che alla telefonata di Moncada sia scoppiato a piangere, nonostante il contratto d’oro che gli hanno prospettato, è provato, ci sono i testimoni. Non proprio il comportamento da mercenario che la stampa di regime vorrebbe fare passare per scaricare la responsabilità dalle spalle dei mercanti del tempio per scaricarla sulle sue.
Sandro è un ottimo giocatore ma non un fuoriclasse, concordo. Giocatori come Maignan, Leao, Theo, lo stesso Bennacer (se non fosse fatto di sottilissime lastre di cristallo di boemia che si rompono ad ogni fil di vento) sono in assoluto “piu forti” ma Tonali è quel tipo di giocatore che non molla mai, che gioca per passione ed amore per i colori rossoneri, che nei momenti difficili si trascina la squadra, che non abbassa mai la testa. Un Gattuso dei nostri giorni ed un Gattuso, nonostante non avesse certo i piedi fatati di Ronaldinho, non si vende mai; per principio. La fortuna delle squadre la fanno per primi questi giocatori… Ma, a naso, è stato semplicemente il primo per il quale hanno offerto una cifra importante e di fronte alle monete sonanti buttate li sul tavolo, le lingue a casa Milan hanno cominciato a gocciolare fameliche come davanti alla succulenta catalana del “pescatore” (i milanesi sanno di che sto parlando) e l’affare è stato chiuso al volo…
Ma comunque consoliamoci… afferma un tizio di nostra conoscenza…
“Frattesi è dell’Inter e Arda Guler è già d’accordo col Barca, quindi non parliamo di derby perso con l’Inter.. che derby non c’è stato…”
Adesso… facciamo una offerta per un giocatore e quello se ne va giusto giusto dagli odiati dirimpettai. Io sono un po tordo, per favore spiegatemelo voi. Se non è un derby di mercato perso cos’è ?
Lady ed io siamo rossoneri fino al midollo, lo siamo sempre stati e sempre lo saremo, nella buona e nella cattiva sorte. I Farina ed i Cardinale vengono e vanno il Milan rimarrà e noi saremo sempre li… Però dobbiamo almeno avere il coraggio…
…Di dire le cose come stanno
FVCR
Axel
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