Buon Natale

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Mi si è gelato il sangue, Fik mio

Ragazzi, torno a scrivere dopo tanto tempo, per fare a tutti gli auguri di Buon Natale. Dove eravamo rimasti? Ah, sì, ci eravamo lasciati in una calda estate. Ero imbufalita con una sottospecie di proprietà capace di liquidare Maldini e Massara, senza sostituirli, e di promuovere a coach un incapace attorniato da una banda di macellai. Pure la cessione di Tonali mi hanno inflitto. Le scommesse? A me piace parlare con il senno del prima. I miei pensieri? Questi maledetti mi hanno rubato l’anima. Non meritano che io perda inutilmente il mio tempo per combattere contro i mulini a vento. E sono salita sull’Aventino. Sapevo perfettamente che saremmo arrivati a questi punti. Chi semina vento raccoglie inevitabilmente tempesta. Pugnalata a morte, credevo di poter recidere il cordone ombelicale con il Milan. “ Questi personaggi mi fanno schifo. Non guarderò più una partita. Magari riuscirò pure a tifare contro. ” Ecco i miei fieri propositi. Be’, non ce l’ho fatta. E così, pur senza entusiasmo, con assoluto disincanto e con la morte dell’anima, ho continuato a guardare le partite. E a macerarmi. Tifare contro? Non ne sono capace. E’ più forte di me. Volevo saltare la gara di Salerno, perché sapevo che ci sarebbe stato da soffrire. Ma l’ho guardata. Solito copione. Un caduto. Questa volta è toccato al mio Fik, a cui voglio un gran bene. Quando l’ho visto a terra, mi si è gelato il sangue. Di più. Sono stata vittima di una specie di semiparalisi esistenziale. Credo che la stessa cosa sia capitata a Magic. Non lo crocifiggo per l’errore sull’immediato secondo gol. Non mi interessa parlare delle prestazioni dei singoli. I ragazzi, lasciati sciaguratamente in balia di incompetenti, sono devastati fisicamente, frustrati, demotivati, annichiliti, impauriti. Proprio come me. E proprio come me non ne possono più del coach e dei suoi compagni di merende.

Squadra lunga, svuotata. Spazi enormi lasciati agli avversari. Fase difensiva ridicola. Nessuna idea di gioco. Niente di nuovo, insomma. Mi raccomando, non licenziate lo stratega. Vediamo di fargli sciancare tutti i giocatori. Ormai ne restano pochissimi di ancora incolumi. Deve finire completamente un’opera così metodicamente attuata. Flessori, retti e bicipiti femorali, tendini. Venghino, signori, venghino. Non ci facciamo mancare nulla nella premiata macelleria di Milanello. Le prossime vittime? Reijnders e Theo. Non so se la Scuola Radio Elettra di Torino distribuisse per corrispondenza anche diplomi da allenatore. Penso di sì. Solo in questo modo l’incapace può aver preso il patentino. Siccome sono una signora, non dico all’ecclesiastico dove potrebbe ficcarsi la sua letterina di auguri. L’Ad laconico con i suoi silenzi potrebbe dare l’impressione di essere un idiota. Il presidente ciarliero con le sue scemenze dissipa ogni dubbio. Essendo messi così a livello societario, è logico che il coach di ‘sta ceppa e il suo mirabile staff siano ancora a Milanello a far gravissimi danni anche patrimoniali. I sentimenti che nutro verso costoro? Livore e disistima. Ma torniamo alla ragione per cui sono tornata a scrivere e non facciamola troppo lunga. Non ne vale davvero la pena. Buon Natale a tutti voi, ragazzi, e alle vostre famiglie. Tanti auguri ai giocatori, che ne hanno bisogno. Nessun augurio invece a una proprietà, una dirigenza, uno staff tecnico, atletico e medico che mi disgustano, perché calpestano, profanano, insozzano un meraviglioso luogo dell’anima chiamato Milan. Anzi, un augurio glielo voglio fare. Nel caso attecchisca qualche mia maledizione, vi auguro di trovarvi sempre, ad ogni ora del giorno e della notte, dal lato giusto della porta del bagno. Visto come sono buona? E, dopo questo gentile pensiero, rivolgo una supplica a Babbo Natale. Caro Babbo, ti prego, liberami da questa gente. Piazzala dove vuoi. Basta che stia lontana dal mio Milan. E, se volessi rendere proprio euforica una povera donna devastata dalla cattiveria della Dea Eupalla, riporta a Milanello e al Portello chi ben sai, accompagnato da persone serie, che vogliano il Milan per riportarlo a certi livelli e non per una mera speculazione economica, peraltro, secondo me, anche mal concepita. Buon Natale.

Chiara

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Se risalgo il lungo fiume della mia vita fino alle sorgenti, ci trovo sempre il Milan. Il primo? Quello di Rocco e del giovane Rivera. Molti sono meteoropatici. Io sono Milanpatica.Vivo le gioie e i dolori con la stessa dirompente intensità. Perdutamente innamorata di questi colori, non credo che l’amore sia quieta e serena accettazione. Se mi sento tradita, esplodo! E sono parole di fuoco! Ma poi, nonostante i miei fieri propositi, mi ritrovo sempre lì, immersa in un luogo dell’anima chiamato Milan.