
Di parlare dell’ennesima figura da cioccolatai rimediata sabato sera contro la Fiorentina non ho nessuna intenzione. Una di quelle partite nelle quali la divisione della posta non sarebbe servita a nessuna delle due ed invece, tanto per non smentirci…
Su come finirà questa annata disastrosa ed umiliante non ci sono più dubbi. Fuori dalla Champions League e a 5 punti dalla settima (la Roma) a 7 dalla fine. Difficile anche la qualificazione in Europa League. Che i parenti sbagliati ci facciano il favore di farci passare il turno in coppa Italia non lo credo e quindi? Quindi è meglio parlare di altro…
Per prima cosa Vi riporto il link dell’ultimo video illuminante del nostro Johnson. A coloro che non l’avessero già visto consiglio di ascoltare attentamente e poi leggere il post perché di questi argomenti Vi parlerò.
https://www.youtube.com/watch?app=desktop&v=Qwtus7RBWkw
punto primo. L’esigenza di un DS.
Siamo ad un paio di mesi fa circa, giorno più giorno meno. La “bomba” inizia a girare su giornali, siti, blog, e trasmissioni sportive. Il Milan ha deciso: “serve un DS…” Pare che nostro Signore sia sceso in quel di Via Aldo Rossi illuminando le menti (non) pensanti di casa Milan. Ci hanno messo solo un paio d’anni, dalla giubilazione di Maldini, per capire che serviva un DS. Si ma cos’è un DS? Certamente è uno che di calcio deve capirne. La persona capace di scegliere un allenatore in funzione del tipo di squadra che ha in mente di realizzare e poi, insieme con lui, impostare la campagna acquisti. I giocatori da acquistare e, ancor di più, quelli da riuscire a vendere, prestare, regalare… insomma far sparire in qualsiasi modo; cosa ben più difficile. Deve quindi conoscere giocatori, allenatori, procuratori, segnalatori, talent scout ed i DS delle altre squadre con cui deve trattare. Ma un DS deve essere anche capace di rappresentare il “trait d’union” tra squadra-allenatore-società-tifosi- e quant’altro. Ma ancor di più deve essere un conoscitore del mondo del calcio a 360°. Deve conoscere le stanze del palazzo, specie quelle segrete che stanno nei sottoscala dei ministeri dove per entrare devi essere autorizzato con tanto di riconoscimento facciale. Deve conoscere le sedi adatte dove far valere le ragioni del suo club, deve conoscere i piccoli e grandi segreti dei concorrenti, anche quelli formalmente inconfessabili, deve avere gli argomenti giusti per ogni interlocutore. Quelli leciti ed anche quelli, come dire…, un po meno leciti. Deve sapere quando, a chi ed in quale maniera far recapitare messaggi, a volte espliciti, a volte subliminali. Deve sapere con e contro chi urlare al momento giusto… potrei andare avanti ma credo di essermi spiegato a sufficienza…
Dunque si arriva alla conclusione che serve un DS e, almeno pare dalle notizie che rimbalzano, che sarà scelto in tempi brevissimi. Beh, avrebbe un senso. Siamo ad inizio d’anno e prima arriva prima potrebbe iniziare ad impostare il lavoro ben gravoso che l’aspetta. La prossima stagione inizierà presto e, visto i precedenti, il lavoro da fare è immenso.
Come da tradizione di questo Milan si parte da una selezione di potenziali figure tra le quali si sceglierà. Si ma… chi sceglierà? E li inizia la querelle. Ibra vola a Londra per incontrarsi con Cardinale: “decido io che ho il potere” (sono parole sue) ma a qualcuno viene il reflusso gastrico. Quel qualcuno a questo punto parte in fretta e furia per New York sempre per incontrare Cardi. “ascolta un po… forse non ti è chiaro caro il mio Gerard Joffery, ma Io sto qua a garanzia di Elliot che da te aspetta ancora il grano, alias il DS (e tutto il resto ndr.) lo decido Io e non lo Svedoslavo. Alles clar?”
Piccola digressione: Aggiungo, da un what’s up che mi manda ML, un fratello rossonero. Cito testualmente. “c’è anche il tema mediatico. Gli altri chiudono i propri affari e si sa solo a cose fatte; da noi si fanno i casting ed i giornalai sanno degli incontri tra tizio e caio per mezzo dei pizzini distribuiti evidentemente ai presunti amici. Probabilmente per dare l’idea di efficienza per poi fare figure emmerda all’ennesima minchiata con conseguente marcia indietro”. Transeat…
Ed il tempo inizia a passare…
La lista dei nomi inizia ad assottigliarsi e sembra ad un certo punto che la scelta sia stata fatta. Ci sono incontri, proposte di contratto, scambi di opinioni… Insomma, sono tutti sicuri sarà Paratici… Si, quel Paratici, proprio lui… per l’ufficialità è roba giorni, ma che dico giorni, ore…
Poi beh, sapete com’è… le ore passano, i giorni pure e non accade nulla. Poi la svolta. Paratici no… purtroppo non si può, sta scontando una squalifica (che peraltro oramai starebbe finendo) ed è indagato. Ah, in effetti non lo sapeva nessuno… Si mormora nei salotti che contano, che S.A.S. (il famoso principe austriaco Malko Linge agente fuori quadro della C.I.A.) abbia sottratto i file secretati di DIS, AISI ed AISE recapitandoli a Milanello per avvertire la dirigenza rossonera delle nefandezze del Paratici in modo da evitare loro il disastro istituzionale.
Però… dato che SAS è un parto letterario di Gerard De Villiers e che quindi la tesi dei file decrittati non è credibile, dato che dei trascorsi di Paratici erano al corrente anche i Maori tifosi di Rugby, cosa potrà mai essere successo tra il “lo annunciano ad ore” ed il “non si può fare per squalifica e carichi pendenti”?
e, per favore, cominciate a fare mente locale alle parole di Johnson…
Non avevo fatto più caso di tanto alla breve dichiarazione di Marotta quando gli è stato chiesto cosa ne pensava di Paratici al Milan. Incuriosito da John me lo sono andata a rivedere. Solo un piccolo spezzone, pochi secondi ma… ma… stavolta me la guardo con attenzione.
Prima di tutto che senso ha chiedere a Marotta delle scelte del Milan circa il DS? Sarebbe un po come se una folla di giornalisti economici aspettasse Diana Bracco all’uscita della sede storica di via Folli dopo una giornata di lavoro. “cosa ne pensa dell’avvicendamento dell’amministratore delegato di Pfizer?” Li guarderebbe stupita… “Ma cosa centriamo noi”, risponderebbe “La Bracco è la Bracco, la Pfizer è la Pfizer e mica l’hanno porato via a noi… scusate ma perché tutta questa attenzione per una cosa che non ci riguarda se non marginalmente? Dovreste chiedere al consiglio di amministrazione di Pfizer, loro ne sapranno senz’altro di più”. Ed allargherebbe le braccia chiudendo un discorso di per se insensato… ed in effetti le parole del diversamente vedente sembrano riecheggiare quelle della famosa manager milanese. “beh non chiedete a me, sono fatti del Milan…”
Sembra strano… ma 40 anni da “commerciale” mi hanno insegnato quanto le parole prese di per sè siamo asettiche, quanto dicano e non dicano. Quando ho a che fare con un cliente, non sento quasi più i termini. Guardo, osservo, e quello che ha in testa lo capisco dal tono, dagli accenti, dalla postura, dagli sguardi, dai movimenti, dal modo in cui agita le mani… eh… tutto
Riguardando le dichiarazioni del diversamente guardante mi appare chiaro che è molto seccato. Il tono è monocorde, tipico di chi sta recitando e fa fatica a contenersi e persino l’occhio diversamente orientato esprime una certa rabbia di fondo, immaginateci quello sano e guardatevi pure il resto…
Grazie ancora Johnson, senza il tuo acume mi sarebbe scappato…
La domanda viene spontanea… Ma perché al diversamente scrutante dovrebbe dare così fastidio Paratici al Milan? Tanto che la risposta, se letta attentamente la traduco (e credo l’abbiano fatto anche in via Aldo Rossi) come un “meglio di no, visto anche che abbiamo uno stadio da fare insieme…”
Mi sono fatto uno scenario…
Oggi come oggi, e credo di non scoprire l’acqua calda, Marotta, è il vero padrone del calcio Italiano. Tutti gli altri, in qualche modo o nell’altro, gli devono favori, silenzi, aiuti, precedenze etc. etc.
L’arrivo (il ritorno se preferite) di un Paratici in questo mondo significherebbe l’arrivo di un altro che ha tutte le amicizie, i contatti, e, soprattutto, la conoscenza delle vie oscure e segrete di questo mondo. Uno il quale in caso di scontro diretto, che so, anche il banale acquisto di un calciatore, se la giocherebbe ad armi pari, quindi scomodissimo. Per di più, con ogni probabilità, pure con il dente avvelenato non foss’altro che quando arrivò la resa dei conti in quel di Torino pago solo lui. E non ci vengano a raccontare che l’altro, che tra l’altro era il capo, non sapesse, che fu tutto responsabilità di Fabione… Forse ai tempi fu in qualche modo costretto a mandar giu l’amaro calice, il capo era troppo potente ed intoccabile, ma che avesse fatto tutto di sua sponte, permettetemi, è probabile quanto è probabile per me fare un sei al superenalotto. Alias il messaggio, una volta ben decrittato, è stato chiarissimo. “meglio di no et. etc.”. Dall’altra parte hanno fatto due conti. pura convenienza, non per niente siamo di proprietà a stelle e strisce. Pragmatici, e la guerra , o anche solo lo scontro, non serve a nessuno.
Mi fermo qua, che sono esondato già a sufficienza. Alla prossima vi parlerò del resto. Dello stadio nuovo? Dell’idea di Milan che hanno in testa i nostri? Delle convenienze? Ci si vede… forse…
Axel
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