Ai posteri l’ardua sentenza…

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La cacciata improvvisa (che poi a saper leggere i segnali così improvvisa non era stata) del duo Maldini-Massara e la seguente ed altrettanto improvvisa vendita di Tonali, non facevano presagire nulla di buono… Intendiamoci, sono prima di tutto un tifoso rossonero e per quanto potessi essere affezionato a Maldini (pur avendolo criticato quanto mi sembrava il caso) ed a Tonali, il Milan, nel mio imaginario, viene prima di tutto e se perdite e sacrifici sono fatti per il bene della squadra riesco ad accettarli, però…

La defenestrazione di Maldini sembrava proprio il classico caso di un dirigente che voleva e chiedeva soldi ed autonomia per il bene della squadra e che la società non aveva esitato a giubilare perchè decisa ad ottenere tutt’altri risultati che quelli sportivi e che davanti ad obiettivi così divergenti ed  a critiche espresse in pubblico, non aveva esitato a prendere una decisione drastica.

Tanto quanto un giocatore come Tonali non l’avrei mai venduto, non tanto per il valore tecnico in se (peraltro a mio parere uno dei migliori della rosa) ma perché i “giocatori tifosi” sono rari e Tonali era uno di quei pochi. Deciso a tutti i costi a diventare un simbolo, il capitano della squadra che aveva sempre amato, anche a costo di guadagnare meno rispetto ad altre situazioni che potevano presentarglisi. Uno di quei giocatori che è un esempio per il gruppo, rispettato da compagni, amato dai tifosi e che sa tirarsi dietro lo spogliatoio nei momenti brutti; cioè quando serve.

Quindi, pur non essendo la vedova di nessuno, i due episodi in rapida sequenza mi facevano pensare ad una proprietà che aveva in mente solo ed esclusivamente il raggiungimento degli obiettivi finanziari, alla quale del rendimento sportivo della squadra non importava nulla e che sarebbe stata pronta a qualsiasi sacrificio in nome di utili e dividendi. Le parole di Scaroni, condensando, “obiettivo CL tutti gli anni” (alias i relativi guadagni…), sembravano confermare le sgradevoli sensazioni di quei giorni; questa la premessa e non suonava per niente bene.

Poi però, nel giro di poco tempo sono arrivati Reijinders, Pulisic, Loftus-Cheek, Okafor, Jimenez e Romero, con Chukweze che pare in arrivo a stretto giro ed un altro paio, forse tre, colpi in canna che, sempre stando ai bene informati, sarebbero in dirittura d’arrivo… Certo non giocatori “super top”, non nomi eclatanti, di quelli che fanno sognare i tifosi, ma acquisti con caratteristiche ben precise. O giovani con costi di cartellino e stipendio abbordabili nei quali chi li ha selezionati ha intravisto/visto elevati margini di crescita (di rendimento e quindi anche di valore) provenienti da campionati e/o squadre altrettanto “minori”, o giocatori già affermati (come Pulisic ad esempio) che provengono invece da squadre top (leggi Chelsea nel nostro caso) dove erano chiusi da rose di campioni e che quindi venivano “svenduti” pur di snellire un poco queste stesse rose già faraoniche ma che, l’hanno dichiarato molti addetti ai lavori, “nel nostro campionato faranno la differenza”.

Devo ammettere che, al di là dello smarrimento iniziale, sembra che questa società una strategia ben precisa ce l’abbia e che la rosa che stanno creando possa effettivamente darci delle soddisfazioni anche sul campo. Non seguo il calcio straniero e non ho mai visto in azione questi profili ma per quanto ho potuto leggerne potrebbero davvero dimostrarsi, almeno alcuni di loro, mosse azzeccate. In più, va detto, in un calciomercato dove stanno girando pochissimi quattrini e fanno tutte parecchia fatica. Dove, ad esempio, gli odiati cuginastri hanno perso fior fior di “titolari”, sono alle prese con la il dramma collettivo “Lukaku”, con al momento ancora parecchi buchi da dover chiudere e per la quale si mormora che anche altri “top” (Barella?) possano essere ceduti. Dove, almeno pare, la proprietà abbia finalmente dovuto adeguarsi a leggi e regolamenti di sostenibilità, chiudendo i cordoni della borsa. Dove anche il Napoli, novello campione d’Italia, sta cercando di chiedere il rinnovo della sua punta di diamante, Osimhen, per non rischiare di perderlo a zero alla scadenza del contratto.

La realtà è che il calcio di casa nostra non è più il centro del mondo pallonaro. I tempi dei grandi benefattori, dei Berlusconi, dei Moratti, dei Ferlaino, degli stessi Agnelli (per certi versi almeno) è finito. Ora il calcio Inglese, per via della gran quantità di denaro che riesce a muovere, dei petroldollari arabi del PSG e del calcio in Arabia che sta attirando sempre più i campioni a suon di contratti a 7 cifre (dovremo sempre più fare i conti anche con questa realtà) e con le sempreverdi Real e Barca, ci sta relegando sempre più al ruolo di comparse nel contesto internazionale.

Potrebbe essere che la strategia intrapresa a casa Milan sia lungimirante e che abbia semplicemente anticipato i tempi rispetto alle concorrenti di casa nostra? Che, magicamente, ci si ritrovi ad essere più avanti degli altri senza quasi essercene resi conto? Adesso, con la speranza che almeno per quest’anno non si debbano fare altri sacrifici importanti, non resta che aspettare l’inizio della stagione e vedere cosa succederà ma almeno le premesse sembrano essere migliori di quanto ci saremmo aspettati fino a pochi giorni fa. Forse ci siamo sbagliati ? Ai posteri l’ardua sentenza….

come sempre …  FORZA MILAN

Axel

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