De que planeta viniste?

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Ci scrive un amico:
“Pensate di ricordarlo sul night? Sarebbe bello. I milanisti amano il calcio, non potrebbe essere altrimenti…”

No, non potrebbe…

Chiara: Smarrimento, commozione. Questi sono i sentimenti che provano tutti coloro che hanno avuto il privilegio di veder giocare Maradona. Ed è difficile trattenere una lacrima. La grandezza del campione non è stata offuscata dalla fragilità dell’uomo. Con te se ne va una parte di noi, Diego. Che la terra ti sia lieve.

MattLeTiss: Avversario, mai nemico, per questo amato da tutti e da tutti considerato il più forte della storia. Ci sono persone che pur non avendo mai avuto nè il privilegio nè la fortuna di conoscerle personalmente ci sembra di conoscere da sempre. Una parte di noi senza di lui non ci sarà più, consideriamoci però fortunati per aver vissuto la sua storia calcistica dal vivo. Il più forte. El mas grande.

Axel: l’ho odiato quando prima della partita scudetto dichiarò che non voleva vedere una bandiera rossonera in tutto il San Paolo. Poi, quando ammise che avevano vinto i più forti, capii. Non ce l’aveva con noi, ma ci rispettava e ci temeva. Beh, Diego, adesso lo posso dire, ti temevamo e ti rispettavamo molto di più noi. Noi eravamo la squadra perfetta, tu semplicemente il più grande. I campi di calcio del paradiso ti aspettano. Non li deluderai. Ma, “quando una stella muore… Fa male”

Johnson: Negli anni 80 e 90 quando sentivo pronunciare il nome Diego, pensavo solo a te. La tua immagine che ho sempre in testa è quell’allenamento a Soccavo quando palleggi con il tuo sinistro, la tiri in aria, giri su te stesso e riprendi a palleggiare. La tiri in aria, giri su te stesso e riprendi a palleggiare, sempre sul posto. Saresti potuto stare lì per ore, la palla non sarebbe mai caduta. La palla ricambiava il tuo amore per lei. Ma tu lo saprai mai che cosa hai regalato alla mia generazione? Se, per me, la maglia numero 10 ha un significato unico, lo devo solo a te. Ti ringrazio perchè sono riuscito a vedere cosa hai fatto. Sarà dura spiegare a mio figlio chi è stato Diego Armando Maradona. Il più grande tra gli dei.

Gianclint: Inutile  girarci attorno. Era il primo maggio 1988. Per la prima volta, dopo anni di umiliazioni e retrocessioni, ci giochiamo lo scudetto…in quel di Napoli. Lui ci aspetta lì, in settimana aveva detto che non voleva vedere bandiere rossonere, ma soltanto vessilli napoletani. Mi sveglio con la febbre, nessuno ha mai capito il perché, ma ho 37,5. Luigi Necco per la Rai fa vedere uno spicchio di eroi rossoneri con i cappellini di Gullit, tutti con le bandiere. A Necco arriva una bottiglietta… La partita ha inizio e alla radio lascio una decina di anni. Accendo e spengo e il gol di Virdis mi libera in un urlo demoniaco, ma il recupero di 5 minuti mi distrugge e piega in due: Lui la mette all’incrocio. Piango a dirotto e mio padre tenta inutilmente di consolarmi. Due crisi nervose con relativo lancio di insulti al balcone contro Lobello, Napoli e compagnia cantante…, mi fanno passare l’intervallo più pesante di sempre. Normalmente metto Telegraph Road dei Dire Straits perché dura 15 minuti e perché Mark è Mark, ma mi dimentico. Impensabile. La ripresa è peggio del primo tempo, ma Gullit spacca la partita e Virdis è meraviglioso. Poi entra un altro Lui, Van Basten e chiude la partita. Diego esce dal campo in lacrime e nelle prime immagini infierisco con gesti volgari che includono l’esposizione dei genitali e attrezzature varie. Mia madre passa e mi rimprovera duramente:”…VERGOGNATI…TI HO MANDATO AL LICEO CLASSICO!!!” Piango ancora…la gioia è indescrivibile e i miei tentano invano di riportarmi alla calma. Per tanti anni mi sono vantato di quelle sceneggiate; negli anni ho imparato ad essere sportivo, guardo solo ai miei e batto le mani a chi fa meglio di noi o chi si è battuto con onore. Sono così sul lavoro e nella vita. Ho sempre avuto dentro di me il rammarico di non aver potuto battere le mani ad un campione simile, ma la mia “conversione” è iniziata per le sofferenze che questo genio si infliggeva da solo; ha sempre detto che faceva male solo a se stesso, oggi però mi rendo conto che ha fatto male (involontariamente) a tutti, lasciandoci così…per non essere riuscito a volersi un miliardesimo di quel bene che gli hanno voluto i suoi connazionali, i napoletani e tutti quelli che lo hanno ammirato ed amato. Lui oggi mi ha fatto uscire le lacrime a rivedere certi gol e a pensare per un solo attimo a tutti gli argentini che oggi sono disperati per aver perso un eroe. Lui oggi ha il viso di mia madre che mi ha lasciato il 23 giugno di questo 2020 assurdo, Lui è quello che esce in lacrime dal San Paolo dopo aver perso contro la più forte squadra di calcio di tutti i tempi. Le sue lacrime sono le mie, quelle che mi scendono ricordando il rimprovero di mia madre e la spalla di mio padre che tenta di consolarmi dopo il pareggio.

Lui è Diego Armando Maradona.

Raoul Duke: A 9 anni, nel 1990, non lo potevo sopportare. Prima il furto dello scudetto grazie ad Alemao, Carmando e la monetina, poi il Mondiale 1990: troppo per un bambino innamorato del Milan e del calcio. Poi crescendo ho capito la grandezza del più grande giocatore della storia, una leggenda e un’icona immortale che ha rappresentato e rappresenta uno sport, una città (Napoli) e una nazione (l’Argentina). Uomo e fenomeno in campo, uomo e vittima dei demoni di tutti noi fuori da quel rettangolo verde. Ciao Diego, avversario indimenticabile e numero 10 senza tempo.

Si yo fuera Maradona
Viviría como él
Si yo fuera Maradona
Frente a cualquier portería
Si yo fuera Maradona
Nunca me equivocaría
Si yo fuera Maradona
Perdido en cualquier lugar.
La vida es una tómbola
De noche y de día
La vida es una tómbola
Y arriba y arriba
Seal: Maradona è il calcio.
Potrei finire qui il mio saluto e da milanista mi ritrovo perfettamente nella frase iniziale del post perchè la bellezza delle sue prodezze non ha barriere e lui era la più sublime delle arti applicata a un pallone. Nemmeno da bambino sono riuscito ad odiarlo sportivamente perché con un corpo non certo statuario riusciva a fare qualsiasi cosa concedesse un pallone con la fantasia e se il 10 ha per me un significato ben preciso è merito suo. Adios Diego, sarai il 10 eterno.
Peshku: se siamo tutti tristi, e tristi veramente, argentini e non, tifosi del Napoli e non vuole dire che questo signore ha fatto qualcosa di unico.. Credo che se lasci questo mondo e sei pianto da tutti, allora aldilà di tutto hai compiuto la missione della vita.. Essere amato
Tuco: Difficile descrivere Maradona senza cadere nella retorica, impossibile spiegare il genio. Non resta che riportare le parole che meglio l’hanno descritto nel momento in cui più si era avvicinato agli dei prima di oggi: se n’è andato, ma non morirà mai.
«…la va a tocar para Diego, ahí la tiene Maradona, lo marcan dos, pisa la pelota Maradona, arranca por la derecha el genio del fútbol mundial, y deja el tendal y va a tocar para Burruchaga… ¡Siempre Maradona! ¡Genio! ¡Genio! ¡Genio! ta-ta-ta-ta-ta-ta… Goooooool… Gooooool… ¡Quiero llorar! ¡Dios Santo, viva el fútbol! ¡Golaaaaaaazooooooo! ¡Diegooooooool! ¡Maradona! Es para llorar, perdónenme … Maradona, en una corrida memorable, en la jugada de todos los tiempos… barrilete cósmico… ¿de qué planeta viniste? ¡Para dejar en el camino a tanto inglés! ¡Para que el país sea un puño apretado, gritando por Argentina!… Argentina 2 – Inglaterra 0… Diegol, Diegol, Diego Armando Maradona… Gracias Dios, por el fútbol, por Maradona, por estas lágrimas, por este Argentina 2 – Inglaterra 0.»
Avremmo voluto inserire tutti i vostri commenti, quelli dei milanisti che amano il calcio. Siete troppi, ne abbiamo riportato alcuni a nome di tutti.

Quanto ti ha amato e ti ama ancora Napoli, caro Diego. Veglia per fuori dal San Paolo illuminato per tutta la nottata. Il calcio piange il suo dio.
R.I.P. Diego

Io non ho amato Maradona. Ho amato i suoi piedi. I migliori della storia del calcio per distacco.

Ho abitato a Napoli dal 1983 al 1990, in pratica Maradona l’ho vissuto tutti i giorni insieme a una città letteralmente ipnotizzata da quel fuoriclasse immenso.
Ogni tanto andavo a Soccavo a vedere solo lui (degli altri non me ne fregava una mazza) e qualche volta ho scambiato con lui qualche frase tipo: “Diego, per me sei il migliore anche se io sono del Milan”.
E lui, ridendo:”Milanista? E che cazzo ci fai qua?”

Che anno di merda… niente commenti stasera… mi ritiro qui. Un abbraccio a tutti quanti…

Sarebbe troppo facile parlare delle doti tecniche di Maradona. È stato semplicemente un fuoriclasse, probabilmente il più grande di tutti i tempi.
A me piace però ricordare un altro aspetto di Diego…è stato, insieme a Marco nostro, il giocatore più picchiato della storia, in Spagna gli hanno rotto la caviglia e i difensori italiani, negli anni 80 e 90, non erano certo teneri come quelli attuali (anche perché il gioco duro era permesso).
Eppure non l’ho mai visto fare sceneggiate, mettersi le mani in faccia, simulare, rivolgersi all’arbitro con toni minacciosi e avere comportamenti scorretti contro gli avversari.
Ed è per tutto questo che oggi tutti noi e tutti i giocatori che lo hanno affrontato ne piangono la morte.
Ed è per questo che tutte le curve avversarie, pur temendolo, lo hanno sempre rispettato riconoscendone la grandezza e la correttezza.
R.I.P. leggenda!

per quelli che hanno la mia età vivere quel periodo, sportivo intendo, è stato qualcosa di incredibile: emozioni, gioie, delusioni, incazzature tutte in italia contro il Napoli ma mai odio contro Maradona anche se ti batteva. ti alzavi in piedi e applaudivi è successo a san siro.

Non riesco a immaginare come stiano i napoletani, oggi…

Ciao Diego, rimarrai per sempre nel pantheon dei grandissimi e degli immortali di questo sport, privilegio riservato ad un gruppo ristrettissimo ed elitario di giocatori nel quale tu rappresenti una delle stelle più luminose.

Oggi è proprio una giornata triste…
Diego era il calcio
Diego era il guerriero del popolo

era il piu grande, ma riconosceva sempre la grandezza altrui. Unico che davvero ci ha sempre rispettati, mai una scenggiata in campo con le botte che prendeva, botte vere, si rialzava e via…nello spogliatoio sempre pronto a perorare la causa anche economica dei giovani….mi spiace davvero molto

Il rispetto che avevo per Diego era anche quando usciva dal campo, con la maglia di Baresi, dopo aver vinto 4-1, con i giornalisti carichi a pallettoni e pronti ad infierire su Baresi e il Milan e lui che li ferma subito dicendo che avevano vinto contro un grandissimo come Baresi e una grande squadra come il Milan

Larry: non sono degno di scrivere un ricordo di Maradona, l’ho vissuto quando ormai si parlava più di quel che faceva fuori dal campo che in campo. Ma già forse il fatto che rappresenti probabilmente l’unico rimpianto non rossonero di non aver vissuto la fine degli anni Ottanta calcistici è un buon omaggio per quanto misero. Leggenda eterna, di un calcio più divino sull’erba ma più umano fuori, campione e ispirazione in un mondo in cui ancora gli attaccanti attaccavano e difensori difendevano. Per questo sempre vero, attuale, vivo.

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Community rossonera, da sempre in prima linea contro l'AC Giannino 1986. Sempre all'attacco. Un sito di curvaioli (La Repubblica). Un buco nero del web (Mauro Suma)