Durante un’intervista ad un giornalista di “Le Monde” un principe saudita si espresse così: “Mio Bisnonno si spostava in cammello, mio nonno viaggiava in cammello, mio padre cavalcava il cammello. Io giro in Mercedes, mio figlio andrà in Mercedes, mio nipote sfreccerà in Mercedes… Mio Bisnipote tornerà al cammello…”
Incuriosito da questa inaspettata dichiarazione il giornalista chiese al principe perché…
Rispose il sultano: “Vede, i tempi difficili creano uomini forti e gli uomini forti creano tempi facili. Tempi facili creano uomini deboli e gli uomini deboli creano tempi difficili…”
“As simple as that”, commenterebbe il nostro nighters bilingue JFG…
Noi venivamo da tempi difficili, quelli dei Farina padre e figlio, di Colombo, della B per demeriti esclusivamente calcistici. Il Giussy aveva collezionato errori ed azzardi in sequenza ed il Milan era sull’orlo del fallimento. Serviva l’uomo forte e l’uomo forte arrivò… tale Silvio Berlusconi… L’uomo era forte ma non solo perché dotato di disponibilità, per quel tempo, praticamente illimitate ma personaggio capace di scelte azzardate e controcorrente a cominciare da quel Sacchi, allora allenatore di provincia non certo con un passato lucente e prestigioso, ma Silvio lo volle a tutti i costi ed a cominciare con Lui costruì quel sogno di squadra che aveva in mente. Quella che vinse ed insegno calcio in tutto il mondo, anzi, specialmente nel mondo che dalle parti di casa nostra vinse probabilmente meno di quello che si sarebbe potuto ma forse (e sottolineo forse non viaggiando nelle stanze del potere) si era reso conto che, per il suo stesso bene e per il bene della sua immagine alla quale tanto teneva (e che probabilmente era stato il primo obiettivo a muoverlo per comprare il Milan) e di cui aveva bisogno per i suoi progetti, era meglio non toccare troppo certi… come dire… equilibri?
Vennero i tempi facili quindi, quelli in cui la società aveva l’obiettivo di primeggiare e vincere, dove le disponibilità erano ingenti e si arrivava a comprare i giocatori che, di anno in anno, venivano selezionati per mantenere la rosa sempre al top. Per anni ci fu solo, o quasi, l’imbarazzo della scelta… Ma, come disse lo sceicco, i tempi facili…
Il Berlusca si stancò di spendere e spandere, il Milan forse non gli serviva più così tanto, i figli probabilmente gli rinfacciavano le spese folli mentre i costi continuavano a salire e da lì il suo progressivo allontanamento dalle sorti della squadra ed il suo disinteresse lasciando di fatto il Milan nelle mani di un Galliani, figlio dei tempi facili, quelli in cui non aveva limiti di spesa, che collezionò anche lui errori e minchiate in sequenza riportando la società in uno stato pietoso. Poi la vendita a Zio Yongo, l’avvento di Elliott per finire con Cardinale con la sua idea Yankee di società sportiva secondo la quale una squadra di calcio non è un sodalizio sportivo con l’obiettivo di competere e vincere ma una S.p.a. qualsiasi che deve produrre profitti e dividendi e valorizzarsi nel tempo per future vendite che portino cospicue plusvalenze…
Questo il brevissimo riassunto delle puntate precedenti (stringatissimo e superficiale ma non potevo andare troppo lungo, anzi scusate…) e… veniamo ad oggi;
Non sarà facile… Mancano solo 7 giorni all’esordio in campionato in quel di Bologna. Come mi è capitato di scrivere il Cesena non è il Real, il Barca o il City ma in coppa Italia, anche se contro un avversario modesto i Felsinei hanno messo in mostra le loro qualità. Pressing asfissiante in tutte le zone del campo e squadra compatta che si sposta all’unisono in 30/40 metri di campo tanto che, in fase d’attacco, non è inusuale trovare tutti i 10 giocatori di movimento nella metà campo avversaria e con qualche individualità interessante. Squadra ostica e volitiva che renderà difficile la nostra attitudine a costruire facendo girare il pallone dal basso ma, di contro, che proprio per questo suo modo di stare in campo, potrebbe lasciare spazi aperti ai nostri velocisti, Leao in primis… ma non sarà facile…
Noi veniamo da un mercato scoppiettante, nel quale (ammetto contro il mio stesso pronostico) i tanti soldi incassati dalla vendita di Tonali sono stati tutti reinvestiti e con tanto di interessi (anche se il cuore sanguina ancora bisogna obiettivamente ammetterlo). Dove si è cercato, forse pure un po troppo freneticamente, di mettere pezze alle lacune emerse nella rosa la scorsa stagione, con il conseguente l’arrivo di tanti giocatori alcuni dei quali (se non proprio tutti) quantomeno promettenti e dove allo stesso tempo tanti esuberi dimostratisi inutili sono stati giubilati. Rosa però che presenta ancora alcune evidenti lacune. Dal vice Giroud, che per quanto bravo sia non è più un ragazzino ed avrebbe bisogno di un sostituto all’altezza che gli permettesse di respirare e conservarsi al top per l’intera stagione (e francamente, pur con tutta la simpatia, Colombo non mi sembra all’altezza), di un difensore e, soprattutto, di un CC capace di far girare la squadra. Pur non avendo nulla contro Bravorade, che l’impegno non si può negare lo metta, non è l’uomo adatto per quella posizione peggio ancora per l’idea di gioco che PadrePioli ha mostrato di avere in mente. In teoria il mercato è ancora aperto ma… non mi aspetterei altri arrivi di peso a meno che non si concludano ulteriori cessioni in corso di trattativa.
Insomma, una rosa che senz’altro è migliorata rispetto all’anno scorso ma che deve essere ancora assemblata, con alcuni giocatori arrivati mentre il resto della squadra era in turneè negli States e che hanno/avranno solo pochi giorni per stare insieme, allenarsi e conoscersi prima dell’esordio in campionato.
Un esordio difficile. Il fato, la sfortuna (o metteteci voi quello che preferite) dopo l’inizio fuoricasa a Bologna ci presenta una prima a San Siro con un Toro che con noi si ricorda sempre di avere le corna e che arriverà con la voglia di non essere “matato” ma di incornare il matador, per poi arrivare ad una terza giornata ancora più impegnativa a Roma contro i capitolini ed una quarta in cui giocheremo il primo derby della stagione. Il rischio di arrivarci con alle spalle già qualche rovescio mentre i cugini ci arrivino sulla cresta dell’onda (ricordo che avranno Monza, Cagliari e Fiore, non esattamente impegni insormontabili) c’è e se dovessimo partire male con della distanza in classifica da recuperare sin dall’inizio, l’intera stagione potrebbe risultarne condizionata.
Sarà facile o difficile? Sarà Mercedes o cammello? Non ci resta che aspettare lunedì per le prime risposte…
FVCR
Axel
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