Ibra ha cambiato il Milan

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Mi ritrovo a scrivere dopo una vittoria sofferta contro l’Udinese al 93-esimo. Risultato che  per il modo in cui è arrivato ha mandato alle stelle il nostro morale. Dopo l’uscita dai bassifondi della Serie A si rivede un minimo di luce in fondo al tunnel e con un po’ di ottimismo si può ricominciare ad ambire a traguardi più importanti. Il merito di questa rinascità va sicuramente a Stefano Pioli che, una volta capiti i suoi limiti, ha deciso di fare un bel passo di lato e lasciare il comando a Zlatan Ibrahimovic.

Il Buon Stefano all’apice della carriera

Non capisco l’esaltazione per un allenatore che senza Ibra aveva una media di 1.18 punti a partita e ogni giorno ringrazio il cielo che sia arrivato lo svedese. Sabato scorso una dichiarazione del buon Stefano mi ha lasciato letteralmente senza parole confermando un lassismo dei giocatori palese ed evidente a tutti.
Riporto la dichiarazione per completezza: “Ibra non fa il torello “incazzato”, fa un torello di qualità e si arrabbia quando non si fa un allenamento di qualità. Il livello di allenamento si è innalzato, non era inferiore prima.”
Una perla inferiore al celeberrimo “Nè scendere e nè salire”, magari alla prossima partita il Buon Stefano si lamenterà del campo friabile.
Fatta questa piccola premessa entriamo nel dettaglio e vediamo come Ibra ha effettivamente cambiato il Milan, per fare ciò si è preso spunto dai report della Serie A di Milan-Sampdoria e Milan-Udinese.
Ho messo a confronto le posizioni medie dei giocatori durante i 90 minuti, ma se volete i report completi potete trovarli sul sito della Lega Serie A o cliccare su report Milan-Sampdoria o report Milan-Udinese.
Anche all’occhio meno esperto risultano evidenti le seguenti cose: Suso avulso dal gioco e sempre nella stessa posizione a prescindere dal report in considerazione, e Piatek schiacciato sulla linea dei centrocampisti. Ibra invece riesce ad essere sempre molto avanzato tenendo la difesa avversaria bassa e creando i presupposti per gli inserimenti di Castillejo e Leao che sono gli attuali valori aggiunti di questo Milan. Un plauso particolare va a Samu che si è fatto trovare pronto nel momento giusto. Già contro la Lazio aveva  fornito una gran prova interrotta da un infortunio, ma adesso si sta rivelando un’arma in più sia come quantità che come qualità. Un miglioramento testimoniato dagli applausi di San Siro che è sempre magnanimo con chi dà il 100% in campo e regala delle perle come la veronica lungo linea ai danni di un giocatore dell’Udinese. Un protagonista meno appariscente, ma il cui contributo si sta rivelando eccezionale per la squadra, è Rafael Leao che si è preso la palma di migliore in campo nei report della Serie A sia contro la Samp che contro l’Udinese. Il suo ruolo di spalla di Ibra e la capacità di inserirsi negli spazi creati dallo svedese sono fondamentali per la ripresa di questo Milan, se il giovane portoghese continuerà con questa abnegazione darà una svolta alla sua carriera, perchè raramente si ha l’opportunità di giocare al fianco di campioni del genere.
Ciò che mi ha fatto più piacere domenica è stata l’esultanza collettiva sul gol di Er Nanez e al gol di Rebic, quella corsa ad abbracciare i protagonisti dei gol ha mostrato un gruppo, finalmente siamo una squadra! Fino a poco tempo fa tutto ciò non esisteva, ai giocatori non cambiava nulla se si vinceva o si perdeva e la sconfitta più pesante degli ultimi 20 anni poteva far deflagrare ulteriormente l’ambiente, ma l’arrivo dello svedese, che sarà uno sbruffone nei suoi modi di fare e che probabilmente a fine contratto ci inviterà a ritornare a guardare le repliche dei TG, ha creato e ricompattato un gruppo che fino a poco tempo prima aveva l’etichetta di pippa senza gloria incisa sulla fronte.
Tuttavia bisogna iniziare a costruire seriamente, iniziando a scegliere un allenatore per la prossima stagione di caratura europea, perchè se bruciamo anche questo treno poi sarà veramente notte fonda.
Un ultimo appunto. Parlo poco di arbitri e considero la polemica arbitrale 24 ore su 24 e 7 giorni su 7 uno dei mali del nostro calcio, ma domenica è andato in scena l’ennesimo arbitraggio vergognoso nei nostri confronti. Bennacer ammonito al primo fallo raggiunge quota 9 cartellini gialli in 15 partite, il giallo c’era ma l’algerino viene ammonito con una costanza e frequenza elevatissima. Nonostante ciò riesce a non sentire mai il peso della spada di Damocle pendente sulla sua testa, giocando con una maturità sorprendente data la giouvine età dell’algerino. Altro episodio che mi lascia basito è il calcio di rigore negato, dopo quello del girone d’andata sempre contro l’Udinese, per tocco di spalla. Personalmente non vedevo spalle così lunghe dai tempi di John Holmes. Dulcis in fundo l’ammonizione a Castillejo per eccesso di esultanza. Ripeto, ammonizione a Castillejo per eccesso di esultanza una roba talmente assurda che viene da mettersi le mani nei capelli. Ovviamente le immagini sono state segretate a Roswell area 51, ma in un filmato amatoriale (non quel genere di filmato che siete soliti guardare) si vede Castillejo che semplicemente corre ad abbracciare i compagni evitando di entrare in campo.
Tutto ciò è ridicolo e senza senso e mi sarei aspettato un ricorso giusto per mettere alla ribalta una roba che non credo si sia mai vista in un campo da calcio.
Detto questo mi godo i tre punti ed esulto alla Er Nanez Style sperando che l’eroe che meritiamo e di cui abbiamo bisogno non venga squalificato per eccesso di meme.

D.Raine

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Manchester il trionfo tra i trionfi! Atene la conclusione di un ciclo straordinario e metafora della vita da casciavit. Il Milan sarà sempre dei proprio tifosi e senza di esso non è nulla. Saremo una squadra di diavoli. I nostri colori saranno il rosso come il fuoco e il nero come la paura che incuteremo ai nostri avversari.