Scusate la ruvidezza, ma la situazione lo merita. Premessa: Zlatan Ibrahimovic è un Campione, è un grandissimo atleta e professionista, ha fatto una scelta che poteva anche non fare (sebbene non sia un Samaritano, anzi…) e sono certo darà tutto ciò che può da qui al termine del torneo e speriamo anche in Coppa Italia.
Ma io tifo MILAN e mi piace anche guardare le cose nel suo complesso. E’ un vizietto che mi è nato dopo i bagordi ancelottiani e gli anni allo stadio, quando il popolo milanista (milanese) ganassa in cui non mi riconoscevo più e con come capopopolo il Re dei Ganassa cioè Galliani blaterava di “Milan in gioco su tre fronti, Milan Campione, Milan eccezionale” mentre in campo passavano i vari Favalli (massimo rispetto), o i Beckham a strafine carriera; un vizietto cioè nato quando ancora il sapore di quello che avveniva sul campo era tutto sommato buono. A me piace sostenere un’idea di squadra ed essere orgoglioso della lotta per obiettivi fattibili; non di farmi le raspe su cazzate e traguardi inverosimili, propinati tra l’altro per tenerci al giogo come dei bovini mentre dietro le quinte, appunto da quegli anni là, è successo DI TUTTO.
Ecco perché, fatta la doverosa premessa, del ritorno di Ibra non mi interessa più di tanto. E’ una mossa gattopardesca e gallianesca fatta per coprire il 5-0 di Bergamo, il punto più basso del Milan dai tempi della serie B, e se parliamo di singola partita il peggiore probabilmente di sempre per significato anche campanilistico. Zlatan, un costoso tappeto sotto cui scopazzare tutti i problemi di questo Milan. Quelli che partono dal dopo Atene, quelli derivanti dagli anni di amministrazione folkloristico-culinaria del Giannino, quelli enormi maturati dal passaggio al signor Li di cui forse un giorno quando il Berlusca sarà stramorto sapremo qualcosa di più; e anche quelli generati dalla indegna gestione Elliott, una gestione che francamente non augurerei nemmeno alla juventus. Tutto sotto il tappetone, e per due settimane si è parlato sottovoce di cose belle, si sono fatti castelli per aria, si sono seguiti miraggi improbabili in un loop demenziale che è lo stesso loop che ha ucciso il vero Milan, i suoi valori, la sua storia, a partire (per me) da quel fottutissimo giorno in cui il Ganassa fece apporre sulla carta intestata Milan: “Club più titolato al mondo”. Da allora è stato un inesorabile percorso di autodistruzione alimentata poi da tutti, una rincorsa al passato, ai memorabilia, ai ritorni, in ultimo proprio da loro: Boban e Maldini. Sui quali nei giorni scorsi mi è stato detto da un utente storico (Nikola), correttamente, che non dovrei giudicarne l’operato per presunta ‘antipatia’; Boban e Maldini sono i miei idoli della prima ora, perché sono dell’86 e a parte il Mito di Franco Baresi che per me sarà sempre vivo anche se il Milan dovesse crepare domani, io non ho vissuto Van Basten ecc. ecc. Quindi la mia non è antipatia, è DOLORE.
Dicevamo del tappetone Zlatan. Bella mossa, riuscita. Niente contestazione, anzi pienone a San Siro con tanto di hashtag e merchandising dedicato. Ci siamo fatti le seghe dai su, diciamolo, chi più chi meno. Anche io. Poi arriva il campo e il campo prima o poi, coi suoi tempi, coi suoi modi, ti racconta la verità. In questo caso lo ha fatto subito, ovvero: non è cambiato un cazzo. Questo Milan resta una squadra costruita male in estate, piena di mezzi giocatori cui si sono aggiunti altri mezzi giocatori ma di una metà non complementare; a parte il triangolo Donnarumma-Romagnoli-Musacchio che a me pare ancora funzionare (non sarete d’accordo, amen) e me lo terrei senza modifiche, il resto è roba che va bene per la metà della classifica, roba da alti e bassi. Tutti nessuno escluso.
Ibra andrebbe prima di tutto valutato come tutti gli altri acquisti. In tal senso bene il profilo (centravanti tecnico, fortissimo negli appoggi, sponde, prendere posizione in area), esperto (evviva), probabilmente ancora capace di qualche numero, ma fuori contesto da anni e soprattutto con limiti fisici importantissimi; per età, si intende. Risolve i problemi? Vedremo quanti gol farà e farà fare, sicuramente non può essere una soluzione definitiva ma non solo per l’anno prossimo, anche per questo. Oltre che aggiunge parecchi nodi dal punto di vista tattico che Pioli dovrà sgarbugliare sempre che ne abbia voglia. A proposito: qualcuno lo ha scritto in questi giorni? Nella conferenza stampa di presentazione qualcuno ha accennato alla collocazione di Ibra? No. Perché? Perché al Milan il calcio è rimasto indietro di un decennio, forse due, non se ne parla mai, non c’è cultura. Come dice Gian: al Milan si fa folklore, il calcio è una rottura di minchia. Ogni tanto riparte il refrain delle “due punte”, poi a Bergamo ti pialla con 160 palle gol una squadra che giocava con zero punte, ma fa niente. Questi erano i temi da affrontare, invece no, perché Ibrahimovic a 38 anni è accolto non per quello che è, ma come Capitan America: atterra sul campo e fa tutto lui. Siamo dei segaioli, questa è la verità. Invece il cosa – come – quando di Ibra sul campo è il nodo fondamentale. E anche per questo io non lo avrei ripreso o comunque non con questo pompaggio.
Questa stagione, per me che non sono nessuno ma vorrei più onestà e più lavoro duro soprattutto in dirigenza, era da chiudere a novembre, legittimando Pioli (che io mal sopporto e al pari di Giampaolo vi avevo pure avvisato) come traghettatore da bassi fondali, e il quale è oggi invece un gioppino. Il suo minons che fa vedere la lavagnetta a Ibra prima dell’ingresso in campo è stata una scena ridicola. Han fatto fuori Giampaolo per mettere una terza scelta che adesso ha già scritto CAPRO ESPIATORIO in fronte; mi aspetto Giunti intorno a febbraio se l’andazzo non cambierà.
Invece non andava fatto niente sul mercato avendo già una massa di giocatori costosi e indefinibili ma da definire, e fiducia appunto all’uomo che loro hanno scelto come guida (il secondo in sei mesi) per arrivare fino alla fine con questi ominicchi accettando i fischi, i peti, le figuracce. Qualcosa di buono un addetto ai lavori la deve trovare o creare, specie partendo da una squadra che ha chiuso l’anno scorso con 68 punti e un quinto posto incollato al terzo. E’ dietro le quinte che doveva/deve muoversi qualcosa: il terreno va dissodato a braccia, con fatica, in profondità, e messi nuovi semi; a che cazzo serve prendere una grande, grossa, meravigliosa pianta…che ha già dato i suoi frutti? All’estetica serve, e basta. Qui non solo Boban e Maldini ci hanno contato un sacco di minchiate in estate, e va detto chiaramente, e abbiamo anche visto a cosa son serviti i ‘discorsi alla squadra’; ma per l’anno prossimo non hanno in testa niente! Ma veramente pensano che simsalabim Ibra arriva e da quattro ‘calci in culo’…a chi? A Suso? Che è del suo stesso procuratore?? Ma per piacere. Stanno tirandosi la metaforica zappa (che non sanno nemmeno com’è fatta) sui piedi, visto che prendere Ibra per ‘motivare’ il gruppo è come dare del somaro a Pioli anzitutto, ma pure a loro stessi.
Però intendiamoci Zlatan è meglio di Patakka Piatek, uno scarsone mai visto a queste latitudini e che fa rimpiangere praticamente chiunque. Stop di braccio, stop di calcagno, stop di epiglottide, tuffi carpiati che non gli costano sequele di gialli giusto perché l’arbitro si muove a pietà per quanto è moscio e ridicolo. Scusate lo sfogo, becero, ma questo coso che mi aveva abbagliato con due golassi in Coppa Italia mi fa proprio incazzare. E’ scarso dentro ed è una vergogna per la maglia. Quindi affinchè il nostro torneo non scada verso l’orribile, che per me sarebbe rappresentato da una inaccettabile posizione sotto al decimo posto, tocca sperare che i gol che sono certo lo svedese farà siano pesanti. Dopo la terza partita senza reti diciamo che anche valessero solo un pareggio a Cagliari sarebbero ben accetti…
Nel mentre l’esigenza del mercato è vendere: tanti auguri visto che non ne siamo capaci. E non parlatemi di ‘non ci sono richieste’ perché qua anzitutto manca il lavoro che ci servirebbe come il pane per rientrare nel mercato del calcio internazionale da cui siamo totalmente fuori. I nostri giocatori non sono richiesti perché non sono proposti, non vengono cercati agganci o scambi, non si parla con loro né coi loro procuratori per tempo e nei dovuti modi, non c’è un progetto entro cui collocarli o toglierli; anzitutto, poi alcuni sono pure scarsi e bolsi, ci mancherebbe. Ma per regalare tizio e caio in prestito andava bene anche Rocco Mandarino.
Tutto quello che si vocifera in entrata, invece, è incommentabile; cioè dopo una partita come quella contro la Samp, a seguito dello 0-5 di Bergamo e vista classifica e statistiche sfido CHIUNQUE a indicare in tal Todibo, difensore di 20 anni con 15 presenze in carriera, tribunaro del Barcellona, il rinforzo che serve. Vi sfido. Stiamo fermi per piacere, che è meglio.
Sgavagnata la contestazione che deve partire da almeno un decennio e mai partirà, si è giocato malissimo il primo ‘jolly Meraviglia’ dell’Ibra-bis. Ricordo che anche il Kakà-bis partì con gli stessi presupposti di entusiasmo e diede grande linfa agli abbonamenti e alla mediaticità di un Milan che presentava Birsa e Poli come ‘top intuizioni’ dell’estate…ma l’avvio così così trasformò ben presto la Meraviglia in palude, e nonostante una seconda parte di campionato buona di Ricky (io la ricordo piacevolmente) ormai era uno di tanti; e anche qui secondo me si è sbagliato: Ibrahimovic andava dosato al momento giusto, cazzo! Facile dirlo a posteriori, ma ogni scelta ha i suoi pro e contro e mi pare evidente che il massimo dei ‘pro’ quella del ritorno di Ibrahimovic li deve dare subito, entro poche settimane; dentro e fuori dal campo, quindi bisogna pensarla bene la cosa, non buttarlo dentro dopo mezzo allenamento per far contento il popoletto. Eh però è stato preso per quello…
Mi aspetto altro dalla prossima, altrimenti non c’è cazzodurismo che tenga: anche lui farà parte di un gruppo insipido in una stagione da mani nei capelli. Nella speranza che almeno Ibra resti lui in questo andazzo scontatamente (per me) squallido e gestito a cazzo di cane, purtroppo per questa settimana IZ BACK…in quel posto, amici miei.
Dove già comodamente stava, e comincia pure a ballarci dentro.
Larry
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