Le verità (poco) nascoste

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Da luglio attendevo un’esplosione pubblica delle contraddizioni del management imbastito da…boh…dal Fondo Elliott? Diciamo dai finanziatori del progetto “Try to sell AC Milan to some gonzi”. Ed è arrivata con l’intervista di Boban. Contraddizioni evidenti fin da subito, che sommate agli errori (che, Giampaolo a parte, ci stanno), all’inesperienza e alle mancanze di tutti hanno prodotto l’ennesima stagione interlocutoria. Nel calmo mare del ritiro di Milanello sembrava tutto bello e tutto preparato, per voce stessa di coloro che oggi sbottano, ma era evidentemente tutto sottodimensionato per l’obiettivo dichiarato e al contrario sembrava sovradimensionato il ponte di comando. Questo l’ho sostenuto da subito, a volte con troppa rabbia, fino a non sopportare più il confronto. Di questo scusatemi. Non è però questione di ‘ragione’, ma di ‘ragionare’. Credo che a volte non si voglia ragionare perché provoca più fastidio che non ascoltare le dolci lire che decantano di progetti, armonia e Milanismo sbandierato, retoriche che dopo anni e anni funzionano ancora a meraviglia. Come vaselina.
Adesso siamo purtroppo in mare aperto, senza una rotta credibile, a rischio ammutinamento. Non è detto che accadrà, ma la spaccatura è stata resa evidente. Eppure di sorprese ce ne sono state, e questa stagione sta offrendo dei contenuti sportivi al di là delle mie aspettative. Non voglio che passi il messaggio che è tutto da buttare, non lo è. O che Zorro e Paolo siano due incompetenti. Non sono un forcaiolo né un tuttologo; sono un tifoso del Milan, di questo Milan, e poi del prossimo e così via. Ma gli episodi di questa stagione non cambiano la realtà: il “progetto ambizioso” su cui Maldini e Boban hanno messo la faccia non esiste e non è mai esistito. Si è fatto un po’ di questo e un po’ di quello, tirando avanti il più possibile per poi, inevitabilmente, giungere alla solita guerricciola intestina.
Il ‘perché’ non me lo chiedo più, ci sarebbe da diventare matti.

Il punto di rottura è stato raggiunto fra tutte le posizioni interne ed è stato stigmatizzato da Boban. Succo del discorso: lui non sa più il cosa e il come del ‘progetto’ su cui ha messo la faccia; non è accettabile che la figura di Rangnick sia sbucata alle spalle; al Milan che ha in testa lui non si fa così. Intervenga la proprietà.
Se fossi amico di Boban gli direi “hai fatto bene a sfogarti”. Ma purtroppo non lo conosco, sono solo tifoso del Milan, questo Milan, e forse soprattutto di quello futuro. Quindi devo amaramente considerare tre cose.
La prima, che Zorro può permettersi questa uscita perché non ha una carriera. I suoi colleghi affrontano tutti gli anni le stesse situazioni (proprietà che cambiano piani, risultati che stentano) e finiscono sulla lista dei partenti, spesso rimpiazzati anzitempo dietro le quinte. E si cercano un’altra squadra, non vanno alla Gazzetta a rognare. Il mondo del calcio funziona così; e Boban certamente lo sa, quindi la sua intervista è personalistica e forse politica, perfettamente inserita negli assurdi bizantinismi che contribuiscono alla stasi del Milan.
La seconda, che nel suo rimarcare modus sbagliato e obiettivi incerti della gestione (Gazidis, sottinteso) concludendo in sostanza che al Milan di una volta non si faceva così, c’è della ragione. Ma c’è anche tanto di quell’essere figurina che sia lui che Maldini hanno sempre rifiutato. Zorro e Paolo sono qui a fare e non a rappresentare; bene, ma laddove il fare sia divenuto impossibile ci sono le dimissioni e/o le buonuscite. Da trattare in privato. Volere a tutti i costi tirare la frecciata da Paladini del milanismo è, appunto, da Paladini del milanismo. Figure simboliche, mascherate finora da dirigenti.
In ultimo capisco poco la necessità in generale di questa uscita, e aggiungo quelle di Maldini in precedenza. Sono stati molto silenziosi, si diceva per stile, fino allo Spauracchio Rangnick; dopodichè interviste a cadenza settimanale. Posso essere perplesso senza che mi si definisca hater del duo?

E’ possibile che questo signore, che non è l’ultimo dei pirla sebbene venga dipinto così, sia stato contattato da Gazidis in un momento di possessione da parte di alieni? Secondo il pusher di Tarlo Paneaigatti si

Questi…messaggi diciamo…possono avere un senso formale se partiamo dal presupposto che Singer (o chi per lui) non sappia un cazzo di cosa sta facendo Gazidis. Lui si trova lì nella sua tenuta di Chattanooga, Tennessee, che sorseggia un Long Island Lipton Ice Tea con le ciabatte di pelo di procione ai piedi e la pipa e dice al servo “gimme the Gazzetta, I want to read about AC Milan ‘cause Aivan doesn’t call me anymore…”. Legge Boban: “Contattato Rangnick, mossa inelegante” e cazzo, gli viene un colpo apoplettico. Ingoia la pipa “cofff cofff fuck Aivan, that stupid southafrican basterd, call him right now i wanna #@## @###”. Allora, è credibile sta cosa? Non penso. Ammettendo che invece Gazidis sia l’uomo della proprietà, i messaggi stizziti e leciti, lanciati da Boban e Maldini, sono per orgoglio. Semplicemente. Orgoglio personale. E orgoglio milanista. E ribadisco, li conoscessi, fossero miei amici gli direi “avete fatto bene” perché sono sfoghi comprensibili.
Ma non esiste solo il Milan che hanno in testa Boban e Maldini. E tralascio il discorso già fatto mille volte sulla professionalità, limitandomi a considerare che i due non hanno lo standing dirigenziale per potersi permettere contestazioni pubbliche di questo genere. Che suonano molto del tipo “O si fa come diciamo noi o il Milan è finito”. E io questo lo rifiuto categoricamente come tifoso del Milan di oggi e di domani.
Comunque al Cristiano Ronaldo dei dirigenti (Gazidis) e alla Potenza di Elliott andrebbe chiesto CHE CAZZO HANNO PRESO A FARE BOBAN E MALDINI, due non dirigenti dall’immagine pesantissima (quanto lo stipendio)…per trattarli poi come due normali dirigenti usa-e-getta: fate questo, fate quello, ah no? Arrivederci.
Dell’ego dei due mi interessa poco; anzi è talmente vasto e leggendario che potevano benissimo sopportare in silenzio questa situazione, senza esserne scalfiti in alcun modo. Cazzo per assurdo Maldini poteva dimettersi assieme a Giampaolo e ne sarebbe uscito comunque…Maldini! O Maldini non è più Leggenda se non ha successo come DS? Ma per piacere. E allora che senso ha tutto ciò? Queste uscite non fanno bene al Milan che verrà, quale che sia. Ha ragione Gian quando sottolinea un certo arrivismo in queste ‘bandiere’; da un professionista che contemporaneamente ha a cuore il Milan per motivi di storia personale mi aspetto rispetto della forma e integrità proprio quando le cose girano male. Come ha fatto qualcuno molto recentemente.

Il futuro. Ipotesi improbabile, che vorremmo tutti: conferma per Boban e Maldini con chiaro progetto in grande stile; rinnovo per Ibra, dentro Allegri o comunque un allenatore di esperienza e di successo, dentro il famoso ‘mix’ di giovani ed esperti e dentro anche qualcuno con un certo peso politico in Italia perché non pigliarlo in quel posto à la maniera di Supercoppa 2019, semifinale Coppa 2020 e Firenze è PRIORITA’. E’ possibile tutto ciò? No. Per mille motivi. E allora non parliamone.
Si rimane con l’ipotesi assai flebile che la proprietà ‘ascolti’ Boban e sculacci Gaz, rinnovando ancora la collaborazione ma distinguendo bene chi fa cosa o comunque togliendo il famoso ‘veto’ al’AD. A questo punto il progetto immaginato dai due potrebbe prendere una forma diversa da quella attuale che è, opinione mia, un semplice insieme di carte spaiate sul tavolo con il JOLLONE Ibra che le lega e le aumenta tutte di valore; sarei curioso di capire la profondità del vero progetto, al di là delle dichiarazioni, perché la sensazione mia è che invece consista nel cercare di pescare un altro jolly nel 2020/21.
Poi c’è lo Spauracchio Rangnick. Da quando il tedesco è diventata un’ipotesi nella Bisanzio rossonera si è saliti a DEFCON4. Sono impazziti tutti. Perché? Beh perché visto l’impatto di Gazidis sul Milan lo scetticismo verso ‘lo straniero’ è ben motivato: dalla UEFA alla gestione dei vari momenti del mercato (ogni sei mesi si cambia strategia), dallo scarso successo con gli sponsor alla gestione interna che culmina in questo casino…non c’è ragione di essere ottimisti.
Eppure. Così, senza troppo approfondire il personaggio che non conosco né come DS né come allenatore..devo dire che l’idea di un condottiero piovuto dal nulla cui magari verrà affidato il comando totale delle operazioni (strategia e tattica sul campo e fuori) mi stuzzica. Specie se innervosisce gli eunuchi, i cospiratori, i pennivendoli che lo denigrano come se non avesse costruito (non da solo e non senza soldi, ma comunque come Gran Regista) dal nulla 2 squadre da Champions League e titolo nazionale in pochi anni. Gli stessi mammalucchi che parlavano di MAESTRO per quanto riguarda l’ex allenatore di Sampdoria e Empoli, vincitore del famoso trofeo Minchia di Niente in 15 anni di carriera. Perché questo ostracismo? Capisco quello di Maldini e Boban, ma gli altri soggetti? Non stiamo parlando di un tizio senza passato e senza futuro, ma di un Allenatore/DS in carriera, molto stimato e di successo. Che poi questi non lo conoscano e non lo vogliano conoscere questo è un altro paio di maniche…Magari si sono già informati che Ralph Lo Spaurangnick non offre cene ai leccaculo.

Ad ogni modo se il tedesco arriverà quantomeno ci vedrei della coerenza, che è la base necessaria e finora mancante. Non mi straccio le vesti per Boban e Maldini perché non mi pare che stiamo rinunciando a chissà quali successi presenti o futuri, come dimostra meglio di qualunque ragionamento l’andamento di questa stagione. Mi dispiacerà se dovranno andarsene con nervosismo e tensione.
Su cosa poi possa venire fuori da un ambiente che ha già una crisi di rigetto senza precedenti al solo mormorare il nome dello ‘straniero’, dall’ennesimo anno zero e con tutti ma proprio tutti in trepidante attesa di un tonfo epico che quest’anno ci ha evitato lo Zio Zlatan…boh. Anche io sono preoccupato. Tuttavia curioso.
Forse ormai morboso.

Larry

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22/11/1997, primo blu. Un ragazzino guarda per la prima volta l’erba verde di San Siro da vicino.Il padre gli passa un grosso rettangolo di plastica rosso. “Tienilo in alto, e copri bene la testa. Che fra un po’ piove”. Lapilli dal piano di sopra, quello dei Leoni. Fumo denso, striscioni grandi come case e l’urlo rabbioso: MILAN MILAN…Quel ragazzino scelse: rossonero per sempre. Vorrei che non fosse cambiato nulla, invece è cambiato quasi tutto. Non posso pretendere che non mi faccia male. O che non ci siano colpevoli. Ma la mia passione, e quella di tanti altri, deve provare a restare sempre viva.