Nightmares !

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Oh cazzo… un incubo… di nuovo… Gli incubi son così. Stai dormendo e ti ritrovi di colpo in una sorta di universo parallelo. Vivi le tue paure, le peggiori, che in quella dimensione si trasformano in realtà. Per fortuna gli incubi sono un poco come Matrix per Neo. Avete presente, il film? Neo vive la sua realtà ma qualcosa dentro di lui gli dice che quella che sta vivendo non è la realtà ma una sorta di universo parallelo. Non sa esattamente cos’è ma sente che c’è. Gli incubi sono così… Lo vivi, ti sembra almeno, sudi, ti contorci nel letto mentre dormi ma dentro di te qualcosa non torna e realizzi. Ok, tutto bene, è solo un incubo. Adesso mi sveglio e passa tutto. Nel frattempo però… L’incubo va avanti, ti spaventa, ti consuma, ti fa orrore…

Adesso, per esempio, pensate un poco… Sono preso dall’angoscia. Devo scrivere un post (ma che sarebbe un post?), ma non so da dove cominciare. Ah già, un post… Le immagini sfilano e scopro che faccio parte di un gruppo rivoluzionario, NotteMilan o qualcosa così. Una banda di dissidenti colpevoli di tramare contro il potere costituito del bilancio (non chiedetemi cosa vuol dire, non lo so neanch’io, ma l’incubo racconta così).  Li definiscono “tifosotti da tastiera” e sono ricercati dalla curva sud, da polizia, carabinieri, dai servizi segreti di mezzo mondo (e forse anche di quell’altro mezzo…), dagli spazzini dell’AMSA che vorrebbero tanto trovarli e spedirli in discarica per riciclarli sotto forma di biogas facendo un favore ecosostenibile alla collettività e dalla “congrega dei cantori”, una setta variegata di monaci con il saio rossonero fedeli al culto arcaico dell’infallibilità milanista. I “nighters”, così si autodefiniscono, si nascondono dietro PC e cellulari con numeri e URL anonimi. Scrivono, pubblicano podcast inserendosi di soppiatto nelle pieghe di web e social sobillando la folla dei tifosi, incitando alla rivoluzione. Si celano dietro strani nick (pare che in questo mondo io sia un certo Axel, così almeno mi racconta uno strano tizio di nome Gianclint che appare sullo sfondo del PC di tanto in tanto), e insomma… come posso dire… rompono i coglioni.

Adesso, cambia la scena, sto sognando che stiamo giocando contro una squadra, credo Inglese ma non sono sicuro, in una qualche coppa.  Non saprei dire quale, ma una coppa. Uefa? delle fiere? Mitropa? Del Nonno? Una coppa qualsiasi, gli incubi sono senza spazio e tempo… Pensate, sogno che stiamo giocando bene ed andiamo pure in vantaggio dopo pochi minuti. Ma quello è un sogno, direte Voi. Aspè… il sogno si trasforma, gli Inglesi si mutano in Leoni, noi in topolini e questi ci mangiano vivi a suon di gol… 1, 2, 3, tanti, talmente tanti che perdo il conto…

Evvabbè, direte Voi, ci sono incubi peggiori… quelli pieni di mostri, streghe, diavoli e animali infernali, Quelli in cui la tua compagna ti tradisce con il miglior amico, quelli in cui finisce il mondo, quelli in cui non riesci a muoverti, quelli in cui manca il respiro, quelli in cui…

Volete fare cambio? Nel frattempo il mio incubo va avanti. Potreste mai immaginare che il nostro Milan, nelle prime quattro di campionato, colleziona due pareggi in rimonta con due oneste squadre da metà classifica, una sconfitta contro il Parma, si avete capito bene, il Parma non il Barcellona, e ne vince solo una contro il fanalino di coda del campionato. Il Venezia, la classica neopromossa che non ha fatto il salto di qualità per reggere la serie maggiore e si trasforma nella più classica delle squadre materasso.

Ma questo non sarebbe niente. Sogno, pensate un po’, che il nostro Milan se l’è comprato un cinese squattrinato. Qualche cambiale, un pagherò, un finanziamento personale alla Compass e quattro soldi che gli ha prestato Elio (il vicino di casa non quello delle storie tese). Nel delirio dell’incubo Elio si incazza che il Cina non gli ridà la fresca e si prende il Milan. Se lo prende si, ma non sa cosa farne e lo rivende ad un uccello rosso… Si lo so, sembra assurdo che un uccello rosso passi di li proprio in quel momento e, parlando come fosse un essere umano, tira fuori un altro pacco di cambiali e si compra il Milan. Assurdo vero? Si ma è un incubo, negli incubi vale tutto…

Da lì in poi è tutto confuso, indistinto, sfocato…

Prima mi appare un tizio di una certa età che si spaccia per Presidente. Il tizio mi guarda e puntandomi addosso il dito e fissandomi con gli occhi porcini grida: “Stadiooooo… stadioooo… costruirò uno stadio, anzi no, costruirò il più grande stadio dell’universo, Lo Scatarron Arena, dove verranno da tutti i mondi ad ammirare le meraviglie del badminton, del pentathlon moderno, le sfilate degli eroi del Grupo Aeromobil de Furzas Especial che sfileranno in divisa di gala tutte le domeniche prima del baseball e dopo la banda dell’ortica che accompagna le entraineuse con le zinne de fora del “core club” (dicono il club più esclusivo del mondo).
“Ma dove lo vorrebbe costruire” mi viene spontaneo chiedere…
“Non importa dove, solo che sarà il più grande, il più bello e produrrà incassi a profusione. Mi ricorderanno per l’eternità per questa meraviglia…”

La scena cambia nuovamente. In questa mi si presenta un contabile, sembra il cassiere di una filiale bancaria di un paese di provincia, che mi presenta un foglietto… In realtà è un estratto conto. “E’ in attivooo, vedi, è in attivooooooo! abbiamo fatto il miracolo, siamo i migliori di tutti”
boh, non capisco, prima o poi  sto strazio senza senso finirà, no?

Ora è il turno di un altro… si chiama “qualchecosachenoncapiscobenevich”. La faccia brutta, lo sguardo duro, tatuaggi a profusione peggio di un ergastolano di Rebibbia, il faccione pieno di cicatrici tipico di un combattente delle forze speciali… questo sembra serio… sembra almeno… la voce è profonda, mi sta rivelando la via, la verità, la vita… le parole pesano come macigni.
“Quando il leone va via, i gatti si avvicinano. Quando il leone torna, i gatti spariscono. I gattini non sono in squadra, sono quelli fuori dalla squadra. Il ruolo è semplice, perché tanti parlano: comando io, sono io il boss e tutti gli altri lavorano per me. Pure Boban non ha capito il mio ruolo… (veramente neanche noi, nemmeno nelle nebbie di quest’incubo).  Mi sto concentrando sul lavoro. Sono stato via per motivi personali, non potevo certo rimandare la scampagnata sui monti per questi quattro stronzi…  ma sono sempre presente, dal primo giorno, da quando sono entrato sono presente”.

E poi… giocatori che vanno (quelli buoni), giocatori che vengono (le pippe), i discorsi in piazza sulle vittorie che verranno (non si sa quando ma verranno), un cardinale che ogni tanto fa capolino qual e là, dice due minchiate, ammolla un paio di benedizioni, e sparisce nel nulla, algoritmi, teoremi, equazioni di secondo, terzo e quarto grado… San Siro, poi un altro stadio a fianco tutto colorato di marroncino cacarella ed azzurro (e va bene che tutti i gusti son gusti ma un colore di cielo abbinato ad un colore di merda è giusto per pochi bifolchi…), allenatori estratti come numeri della tombola natalizia, giornalisti che mangiano ad una tavola imbandita, editti e proclami … e poi, e poi, e poi

OK, adesso basta, adesso mi sveglio che di sti sproloqui ne avrei piene le scatole. Tutte cazzate, è solo un incubo e poi è già giovedì. Domenica c’è il derby e devo preparami, che non vedo l’ora…

PS. Ciao Totò, sei stato un avversario leale, uno tosto contro il quale era un onore giocare. Una persona genuina, uno che veniva dal volgo come la maggioranza di noi, uno che si era guadagnato la stima degli avversari. Uno che ci ha fatto sognare quando indossava la maglia della nazionale, quella che va oltre il tifo di quartiere. Dovunque tu sia ora un abbraccio, di cuore, una stretta di mano, come quelle che si scambiano i capitani a centrocampo prima di ogni partita. Se a Sven Goran ho augurato di allenare la squadra degli angeli a te auguro di esserne un titolare fisso. Ci son avversari ed “AVVERSARI”. tu sei stato uno con la “A” maiuscola.
Il nostro “Alberto”, il mio capitano di mille partite, ti avrebbe lasciato i segni sulle gambe e quei segni sarebbero stati un grande riconoscimento, che i segni li riservava agli avversari davvero pericolosi. Segni che si portano con orgoglio e dicono chi sei !

Forza Milan !

Axel

 

 

 

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