Non scherziamo

10378
jamon-serrano

La sensazione, quanto meno relativa ai primi giorni di giugno, è che il mercato rossonero non sarà fulmineo. Complicato pensare che entro il raduno la rosa a disposizione di Pioli sia sostanzialmente fatta. E d’altra parte non ci sarebbe nemmeno motivo di avere fretta soprattutto in un contesto dove il club di Elliott, pur fortificato dai milioni della Champions, non può elargire milioni in libertà. Per Maldini e Massara, sotto la supervisione di Gazidis, queste sono e saranno settimane in cui verranno affrontati tutti gli aspetti necessari alla formazione della rosa 2021-22. E anche, in parte, di quella che verrà dopo. Acquisti, rinnovi, prestiti: i tre fronti caldi del Diavolo. Le caselle da tenere d’occhio sono sostanzialmente quattro: centravanti, trequartista di destra, mediano e terzino sinistro. Il Milan non ha intenzione di “formalizzarsi” sul profilo: va bene il quasi 35enne Giroud come il 22enne Scamacca. Come si diceva, non c’è una fretta particolare e se il Milan dovesse decidere di spendere cash per il cartellino del vice Ibra – come nel caso di Scamacca (ma non di Vlahovic, la cui quotazione è ritenuta fuori parametri) – la questione ricadrebbe inevitabilmente su altri potenziali arrivi in altre zone di campo. Ecco perché Giroud è al momento in cima alla lista, ammesso che il nazionale francese trovi il modo di farsi liberare gratis da Abramovich. Sulla trequarti, dando per probabile la partenza di Castillejo, occorre un nome nuovo (e di peso) in vista della Champions. E siccome l’asse col Chelsea di questi tempi è particolarmente caldo, ecco spuntare il nazionale marocchino Ziyech. Da escludere un acquisto vero e proprio (si balla fra i 30 e i 35 milioni), da capire se il Chelsea acconsentirebbe a un prestito, anche perché l’impiego di Ziyech non è stato esattamente di primo piano. Alternativa? Nelle ultime ore è tornato di attualità Ikoné, francese campione in carica col Lilla. In questo caso il prezzo cala: fra i 20 e i 25. Ma, sempre restando in Francia, occhio anche ad Amine Adli, incoronato miglior giocatore dell’ultima Ligue 2 col Tolosa. Arretrando in mediana, si pone un problema rilevante in vista di gennaio, quando Kessie e Bennacer saranno chiamati in Coppa d’Africa. Piste francesi pure in questo caso: sul taccuino rossonero ci sono Fofana (Monaco, 22 anni), Kamara (Marsiglia, 21 anni) e Camara (St. Etienne, 22 anni). Infine il vice Theo, considerando che Laxalt è rientrato dal prestito ma non si tratterrà, e l’eventuale bis di Dalot è tutto da studiare. Il nome è un ritorno di fiamma, ovvero Junior Firpo, 24enne terzino del Barcellona che i rossoneri avevano già provato a portare a Milanello a gennaio.

Fonte Gazzetta dello Sport

La difficoltà a parlare del mercato rossonero risiede nell’assoluto riserbo della dirigenza e nella sua capacità di lavorare sotto traccia, praticamente in silenzio. E’ una difficoltà per chi scrive, ma è e rimane un pregio, una caratteristica meravigliosa che conferisce serietà e professionalità al binomio Maldini & Massara. Sono fortunatamente finiti i tempi delle trattative mediatiche con il consueto viaggio della speranza e dello “jamon serrano”…, delle abbuffate pantagrueliche in quella sede che aveva dato poi il nome alla squadra di pippe che vivevamo in quel triste momento: l’Atletico Giannino Food & Karaoke. Di contro va detto che si rideva molto, ogni giorno ci coprivamo di ridicolo, mendicando giocatori a destra e a manca, fino a farcene comprare uno con l’anticipo del Gormitaro. Ma, ripeto, quel periodo così oscuro è finito, anche se continua in quel di Monza, dove l’ex imperatore del mercato ha messo su il solito circo con pagliacci, buffoni, mignottari, puttanieri, crestati e tatuati e con i risultati che ne conseguono.

Il mio articolo della scorsa settimana ha forse creato qualche fraintendimento: mi si obiettava con educazione e simpatia che facevo atto di fede nelle capacità di Maldini, ma ne criticavo il mercato di gennaio. Mi spiego meglio, se siamo arrivati secondi in campionato, dopo aver lungamente condotto…, vuol dire che le cose fatte bene sono di gran lunga migliori rispetto alle cose sbagliate, ergo chi ha operato…ha operato benissimo; tuttavia non si può negare che Manzukko e Meitè siano stati due pipponi inutili e stramorti e che, se al loro posto fossero stati presi due vivi e vegeti, magari lottavamo fino alla fine. Questo però non inficia assolutamente quella che è la mia fiducia nel duo che gestisce il mercato, per la qualità delle scelte, per la sobrietà e la discrezionalità della loro attività. Sono certo che hanno fatto loro il mio pensiero già da tempo e non ricadranno nello stesso errore.

Mi trovo però molto d’accordo con l’analisi dell’articolo che riporto in alto: ci vorrà molto tempo per vedere completata la nostra compagine, per vedere la rosa definitiva, ma le cose urgenti sono state parzialmente risolte, ad altre si sta lavorando e devono maturare, ma la vetrina europea può segnalare qualche bel giocatore sia giovane che meno giovane; credo molto in questo torneo sotto il punto di vista di giocatori che possano mettersi in evidenza. Se posso permettermi non stravedo affatto per Scamacca, non mi entusiasma affatto. Per il resto sono tutti nomi molto validi, anzi validissimi; l’importante è che siano funzionali al gioco di Pioli e soprattutto che non si compri una punta che sia un comprimario per non disturbare Ibra: non scherziamo proprio.

Gianclint

 

Seguiteci anche su

WhatsApp

Telegram

YouTube

Il mio primo ricordo furono i pianti per una sconfitta in finale con il Magdeburgo.. Rivera e Chiarugi erano i miei idoli, ma ho amato anche Wilkins ed Hateley. Per il Milan di Sacchi avrei lasciato tutto e tutti. Rimane per me la pietra di paragone. Scrivo di getto come Mozart, odio i servi, i ruffiani e i leccaculo. Scrivo per il gusto di farlo e potrei dare lezione alla maggior parte dei giornalisti al seguito del Milan, incapaci di scrivere qualcosa di accattivante e vero. Detesto chi scrive e annoia e lo fa solo per ingraziarsi qualcuno. Disprezzo fanatici e cretini. Ragiono con la mia testa e del risultato me ne frego; chi gioca bene vince due volte.