Ma dove sono quei miscredenti che credevano di resuscitare pure la derelitta Roma? Quelli del Pioli out? Brutta gente che detesta ecclesiastici , in gita estemporanea a Milano, e dirigenti da….operetta. Tipacci a cui viene l’orticaria e magari pure l’orchite, quando sentono cinguettare Scaroni prima della partita con l’Atalanta. Manigoldi che osano porre irriverenti domande del tipo: “ Ma dirigente è un participio presente o un idiota imperfetto?” Cosa pensano questi disgraziati dopo l’eliminazione con l’Atalanta? Presto detto. Sconfitta dolorosa ma non certo inaspettata. Certo, quando noi siamo sull’orlo del baratro, troviamo sempre qualcuno in giacchetta nera pronto a darci una spinta, per farci precipitare. Altri, invece, ricevono amorevoli soccorsi. D’altra parte non mandiamo nessuno alla riunione di Lega con Gravina. Per forza che non contiamo niente. Comunque in campo siamo poca cosa. Lo stratega ha approntato una difesa a 3 con Calabria e non Simic e messo il povero Musah, sballottato in una miriade di ruoli, sulla fascia destra, dove poteva stare Terracciano. Questa gentaglia osa chiamare il coach allenatore del Carso. Sì, perché lui, poverino, deve mettersi l’elmo per difendersi da un profluvio di attacchi, di critiche malevole. Io conosco perfino una brutta persona che gli dà dell’asino… O tempora, o mores, direbbe Cicerone. Sta di fatto che, svanita la Coppa Italia, anche una Roma uscita con le ossa rotte dal derby fa paura a chi non ha la fede pura e incrollabile del vero tifoso. Il tifosotto mugugna, come sempre, sulla formazione. Insomma, la Roma, che è priva di gioco, ha due armi per farci male. Le palle inattive e il lancio lungo per un Lukaku, libero di lanciarsi come un bisonte nelle verdi praterie. E allora perchè Kjaer e Gabbia, due lenti a contatto? Già, ma siamo in emergenza. Tre centrali difensivi lungodegenti… Be’, la colpa non è certo dei tifosi o dei tifosotti. E neppure del destino cinico e baro. Pioli e Osti: due lenticchie a contratto. E poi, forse, mettere Simic oppure Theo, anche se non mi piace cambiargli ruolo, con il jolly Terracciano a sinistra…. Vedremo quanto dura l’affaticamento di Florenzi. Un mesetto?
Dove sono i malandrini che continuano a cantare al coach “ Dimmi quando te ne vai. Dimmi quando, quando, quando?” Stessa dedica, ovviamente, è riservata ai nostri capataz, senza la cui illuminata intelligenza ci saremmo liberati di alcuni e non certo di altri. Questi tipacci poco raccomandabili sono andati a nascondersi dopo la partita con la Roma? No! Eccomi! Sono qui! E mi immagino il GLI al lavoro. Mamma mia, che incontro di cervelli. Facciamo i seri, dai. Contenta per la vittoria, della quale ero tutt’altro che certa? Sì. Perchè, come dice La Palisse, vincere è meglio che perdere o pareggiare. E con la Roma siamo stati un po’ più vivi e un po’ più compatti del solito. Gabbia e Kjaer non sono stati lasciati soli nell’uno contro uno negli spazi, come capitava al povero Thiaw, che poi veniva, secondo me ingiustamente, crocifisso. Sono felice, immensamente felice per Adli. Intendiamoci, non credo che Yacine sia un campione. Ma non è neppure una schiappa. Davvero vergognoso e indegno il trattamento a cui è stato sottoposto dal coach. Come hai fatto a resistere, ragazzo? Ti voglio bene. I 3 punti rafforzano il terzo posto e allontanano quinto. Bene. Pazienza se prolungano una presenza da me tanto indesiderata in panca. Dimmi quando te ne vai. Dimmi quando, quando, quando? Temo di dovermelo sorbire non solo fino a Giugno, cosa che già non sopporto, ma anche oltre. Certo, con una Società normale non avrei questo terrore. Già, con una Società normale…
Comunque i tre gol sono stati belli, eh! Sul primo di Adli mi si è aperto il cuore. Non ero tranquilla neanche dopo il secondo di Giroud, perché conosco i miei polli. Infatti… Grave errore di Calabria, che pure fin lì aveva disputato una discreta partita. Rigore ineccepibile e 2 a 1. Ed ecco riaffiorare i fantasmi del passato. Paura a fiumi in me e nei giocatori, che vanno anche in difficoltà atletica. Si soffre! Poi…. Il capolavoro. Bellissimo. Gemma di Theo su cammeo di Giroud. Una meraviglia degna del Quai d’Orsay. E qui mi emoziono alla grande. Cos’è l’arte, se non il minimalismo delle emozioni allo stato puro? Che dire dell’incredibile, splendido slalom di Musah infrantosi sul palo? Chapeau! L’ecclesiastico avrà apprezzato? Bah! Credo che a lui interessi poco di quel che accade in campo.
Quando, quando, quando? Alle sirene arabe, purtroppo, non credo. Tanto meno all’arrivo di Conte, che a me piacerebbe un sacco, perché significherebbe avere una Società che ha ambizioni sportive. Figuriamoci. Io amo Leao, con i suoi pregi e i suoi difetti. Rafa dopo l’infortunio fatica nello spunto in progressione. Problema atletico, tattico, di testa? Un mix delle tre cose? Fior di Loftus non sboccia. Credo si tratti di una questione fisica, vedi voci sulla pubalgia. Voglio salutare, ringraziare e augurare buona fortuna a Krunic. Rade nella nostra rosa ci stava tranquillamente. Non come titolare fisso in un ruolo oltretutto non suo, però. Il coach prima ha insistito cocciutamente su di lui, rischiando di farcelo diventare odioso. Lo stratega aveva fatto di Krunic la colonna portante del Milan. Chiaramente Rade non era all’altezza. Poi l’ha liquidato in quattro e quattr’otto. Bah! E adesso ci aspetta l’Udinese. Mi arrabbio ancora, pensando alla nostra mortificante prestazione all’andata e a quel rigorello beffardo che ci è stato fischiato contro. Tranquilla dopo aver liquidato la Rometta, togliendoci la soddisfazione di rifilare tre sberle in faccia al non amatissimo Mou? Neanche un po’. Per noi, purtroppo, ogni partita è difficile, perché non siamo solidi. I nostri equilibri sono precari. Quindi può succedere di tutto. Visto che riusciamo a galleggiare, nonostante siamo in mano a uno staff tecnico-atletico imbarazzante, penso che la squadra, nonostante i suoi limiti strutturali, sia buona. Secondo me, con un allenatore normodotato, che avesse un minimo di sagacia tattica e non scegliesse preparatori che sfascino i giocatori, saremmo agli Ottavi di Chmpions e molto più vicini agli Orrendi. Ma tant’è. Le parole che non possono avere un riscontro lasciano il tempo che trovano. Quando, quando, quando? Prima o poi arriverà il momento che desidero da tanto. E, anche se sarà troppo tardi, avrà il sapore della liberazione.
Chiara
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