Un anno di Piatek

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Buon sabato a tutti. Oggi mi tocca scrivere nello spot della morte: il sabato mattina.
Per qualche oscura ragione il sabato mattina sul Night è l’orario del flame selvaggio, evidentemente voi assidui lettori il venerdì notte al posto di andare su uno dei miei siti preferiti, vi andate a leggere la parodia del nostro Gauro e poi diventate intrattabili.
Il titolo del post è chiaro vi spiego perchè prima ho parlato di Paquetà e adesso di Piatek. I due hanno avuto un impatto iniziale devastante candidandosi a colonna portante da cui ripartire, per poi perdersi e diventare la copia sbiadita di se stessi.

I Tre Trimoni

Su questa tipologia di giocatori ha senso fare un’analisi che può dar vita ad un dibattito interessante, mentre sui Tre Trimoni si è già detto tutto, sono giocatori inconstanti, buoni per partire dalla panchina e giocare venti minuti a partita. Se ci vuoi basare una stagione o speri nell’allineamento degli astri oppure puoi aspirare al Sesto Posto Forever nonostante uno sia il miglior centrocampista del decennio rossonero, l’altro il sesto tiratore di punizioni del decennio e l’altro gode di una stampa che manco Silbione su Rete4 con Emilio Fede direttore.

Iniziamo l’analisi confrontando i numeri dei tre semestri italiani:
-Genoa girone d’andata 2018/19: 13 gol in 19 partite in serie A e 2 triplette in due partite in Coppa Italia
-Milan girone di ritorno 2018/19: 9 gol in 18 partite più la splendida doppietta in Coppa Italia contro il Napoli
-Milan girone di andata 2019/20: 4 gol in 17 partite di cui 3 su rigore

Il Primo Semestre

Foto Image Sport / Insidefoto

Entriamo più nel dettaglio. Piatek viene acquistato per 35 milioni dal Genoa tra il tripudio dei tifosi rossoneri che gli dedicano subito un coro personalizzato. L’inizio è da sogno, dopo aver giocato una partita solida contro il Napoli in campionato lo punisce brutalmente tre giorni dopo in Coppa Italia con una splendida doppietta che fa sembrare Koulibaly un difensore qualunque. Il suo febbraio rossonero è da incorniciare con 4 partite giocate e 5 gol timbrati.
La prestazione di Bergamo è sontuosa ed i gol sono stupendi, vede Renegade lungo la fascia e chiama il pallone alzando il braccio, attacca la profondità e segna al volo in torsione: un capolavoro. Il secondo su calcio d’angolo mi manda in estasi perchè sfonda la porta anticipando quattro atalantini più il portiere, con uno stacco imperioso che non si vedeva da tempo. Tutto filava liscio, ma le cose iniziavano a complicarsi con le difese avversarie che serravano i ranghi per contrastare Piatek rendendogli  sempre più difficile segnare. Riesce comunque a mettere altri 4 gol a referto fino al fine della stagione tra cui uno alla squadra diversamente colorata.
Come spiegare questo calo di rendimento? Da una parte era fisiologico e si aspettava, dall’altra parte il polacco doveva modificare il suo gioco perchè prima o poi l’effetto novità sarebbe svanito e le difese avversarie iniziavano a prendere le adeguate contromisure.
Per ovviare a tutto ciò viene richiesto il salto qualità da parte del polacco. Molti attaccanti infatti arretrano il proprio baricentro quando si gioca a difese chiuse per poi inserirsi nel momento opportuno e timbrare il cartellino e in questo Piatek ha fallito.

Il Secondo Semestre

(Photo by Giuseppe Cottini/NurPhoto via Getty Images)

La nuova stagione inizia con Krzysztof visibilmente appannato e un pelo fuori forma. La prestazione anonima contro l’Udinese gli fa guadagnare la panchina in favore di un Andrè Silva con la valigia in mano, ma da subentrato entra con il piglio giusto, sfiora il gol ed esce comunque tra gli applausi.
Con il Verona arriva il primo gol stagionale su rigore con tanto di esultanza polemica nei confronti della stampa, ma nel derby e nella successiva partita contro il Torino fornisce due prestazioni da 4 in pagella a voler essere buoni. Contro l’Inter viene ridicolizzato da Skriniar e spreca il momentaneo vantaggio rossonero buttando fuori un pallone al bacio servito da Leao. Contro il Torino riesce a sbagliare tutto quello che si poteva sbagliare, nonostante un gol su rigore che aveva messo la partita in discesa. Errori pesanti in una partita che andava chiusa e portata a casa senza patemi. Con quella prestazione esplode il caso Piatek e si rompe anche il rapporto con i tifosi, uscirà tra i fischi contro la Fiorentina e verrà panchinato dopo un tempo contro il Genoa.
Con l’arrivo di Pioli segna da subentrante su assist al bacio di Calhanoglu in Milan Lecce 2 a 2,  ma è un fuoco di paglia perchè le prestazioni incolori si susseguono una dietro l’altra.
A questo quadro desolante si aggiunge un’intervista ridicola rilasciata da Piatek durante la sosta delle nazionale ad una tv polacca. Ora io sono un mega redattore galattico e devo essere molto diplomatico, ma caro Krzysztof pensavi realmente che una dichiarazione rilasciata in Polonia non sarebbe mai arrivata in Italia?
Al rientro in Italia fornisce un’altra prestazione da  4 contro il Napoli e una poco migliore contro il Parma che gli fa guadagnare il 4.5, ma contro il Bologna finalmente fornisce una prestazione solida che gli fa guadagnare la palma di migliore il campo e che ci fa riammirare il Piatek di febbraio. Contro il Sassuolo gioca una buona gara fornendo un assist che Paquetà spreca malamente. Finisce il 2019 entrando a partita pesantemente compromessa contro l’Atalanta.

Cosa attendersi da Piatek?

Risulta evidente la discrepanza fra il Piatek dei primi sei mesi con quello dei secondi sei mesi. Stiamo paragonando un giocatore implacabile ad un giocatore che è titolare solo perchè il suo sostituto è inadeguato. La coppia di attacco Piatek-Leao è associabile all’espressione dialettale “Pane duro e coltello che non taglia”, e con un compagno così inconsistente il polacco avrebbe avuto modo di riemergere e dimostrare che quello ammirato da agosto 2019 in poi non era il vero Piatek, ma con l’arrivo di Ibra cambia tutto.
Personalmente non venderei il Polacco e nemmeno il degno erede di Niang fino a giugno, ma adesso Krzysztof è chiamato giocoforza ad eseguire il salto di qualità che gli era richiesto a inizio stagione e soprattutto uscire dal suo orticello. Ibra nel bene o nel male andrà a catalizzare le attenzioni dei difensori avversari, liberando spazi che vanno sfruttati e Piatek deve capitalizzarli al meglio spazi, ma può farlo solo se cambia il suo modo di giocare. Questi mesi saranno il vero banco di prova del Polacco, ha solo da imparare da Ibra per ritornare ai livelli mostrati a febbraio perchè nonostante i limiti tecnici mostrati, non penso che il giocatore sia la copia sbiadita che abbiamo ammirato questa stagione.

D. Raine

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Manchester il trionfo tra i trionfi! Atene la conclusione di un ciclo straordinario e metafora della vita da casciavit. Il Milan sarà sempre dei proprio tifosi e senza di esso non è nulla. Saremo una squadra di diavoli. I nostri colori saranno il rosso come il fuoco e il nero come la paura che incuteremo ai nostri avversari.